A circa tre settimane dal voto per il rinnovo del Parlamento Europeo e dei Consigli comunali di Avellino ed altre 41 municipalità della nostra Provincia, le ACLI irpine rivolgono a tutti gli elettori l’appello ad esercitare appieno il diritto/dovere del voto, con il massimo senso di responsabilità, verificando i programmi delle liste e i profili dei candidati, approfondendo i temi su cui costruire un’Europa più forte ed una nuova Irpinia, a partire dal suo capoluogo.
A tutti i candidati va il ringraziamento per la scelta di mettersi in gioco e per l’impegno, con l’auspicio di una campagna elettorale serena, corretta, leale, impegnata a far emergere problemi e proposte, criticità e soluzioni praticabili ed innovative.
In Provincia di Avellino sono diversi i candidati ai consigli comunali iscritti e vicini all’esperienza delle ACLI, secondo una tradizione della nostra Associazione, radicata nelle comunità locali e capace di farsi carico dei loro problemi, così come di formare persone che più direttamente partecipano all’attività amministrativa. La convinta scelta del non collateralismo e il pluralismo delle opzioni riconosciuto agli iscritti fa sì che vi siano diversi candidati aclisti, ad ognuno dei quali va il nostro augurio di elezione, in varie liste e pertanto non abbiamo un candidato da segnalare o una lista da supportare, ma è evidente che le ACLI non possono essere indifferenti rispetto alle scelte politiche che le Amministrazioni locali sono chiamate a fare in un contesto difficile.
Pertanto, le ACLI irpine, fedeli al ruolo di “sentinelle del territorio” saranno particolarmente attente, esigenti e vicine a coloro che si impegneranno per il lavoro, per le politiche sociali, per un welfare di comunità, per lo sviluppo, per la valorizzazione dei giovani e il sostegno alle fasce deboli delle comunità.
Su questi temi, in questa campagna elettorale, offriamo ai candidati alcuni suggerimenti e spazi di dibattito.
In materia di politiche sociali, culturali, abitative, sportive, ambientali, giovanili riteniamo necessaria una visione complessiva ed integrata di un welfare municipale, nella Città capoluogo così come nei piccoli Comuni, capace di generare risorse proprie all’interno delle comunità, promuovendo reali processi di integrazione delle reti locali, ripartendo da un’analisi condivisa della realtà, dei bisogni e delle forze in campo. Sarebbe utile attivare misure per incentivare e sburocratizzare, per attrarre investimenti produttivi sostenibili ed imprese innovative; inoltre, per una risposta efficace all’emergenza occupazionale, i servizi municipali possono fare rete tra loro, col mondo delle imprese, della cooperazione e del terzo settore di qualità, con le agenzie per il lavoro per favorire l’orientamento e l’accompagnamento della persona.
In tema di abitare, è opportuno distinguere tra le politiche urbanistiche a servizio delle persone e quelle che invece seguono logiche esclusivamente speculative; è necessario interpretare la metamorfosi dei nostri Comuni, avendo come principi di riferimento la rigenerazione urbana, la riqualificazione degli spazi esistenti e di quelli obsoleti e scarsamente utilizzati, che possono invece diventare spazi di aggregazione, di costruzione e fruizione di politiche culturali ed artistiche e di nuova occupazione.
Altro tema che segnaliamo ai candidati riguarda il rapporto tra i cittadini e la dimensione sovracomunale, e dunque una riflessione sul rapporto tra Avellino e il suo hinterland, soprattutto in materia di organizzazione delle strade e dei trasporti pubblici, della rete delle scuole di ogni ordine e grado, di programmazione territoriale e delle politiche sociali: questi sono temi cruciali ovunque ma, forse, soprattutto nei piccoli Comuni dove si vota l’8 e 9 giugno.
Più in generale, si avverte l’esigenza di ri-conferire al governo delle città quel ruolo di istituzione primaria che gli spetta nella costruzione del modello di democrazia partecipata, secondo la sempre attuale intuizione di Don Luigi Sturzo, per cui i Comuni sono autonomi centri di autogoverno, con propri poteri ma non divergenti dai poteri dello Stato. Insomma, che siano dotati di autonomia comunitaria in grado di tenere unite le varie parti del territorio, all’interno di un ordinamento comune che li colleghi finanziariamente ed economicamente e soprattutto che assicuri loro una legislazione ed un ordinamento omogeneo. Del resto, questo è il quadro delineato dalla nostra Costituzione, che non va “storpiata” e “manomessa”, ma va riaffermata, ogni giorno di più, come l’unica “Via Maestra” per il nostro Paese.
ALFREDO CUCCINIELLO
Presidente Provinciale ACLI di Avellino APS