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L’ennesima fabbrica pronta a chiudere, 70 dipendenti con le loro famiglie saranno lascaiti senza lavoro e tutto “dal giorno alla mattina”.
Da San Mango sul Calore parte la grande mobilitazione a tutela della
ArcelorMittal,
un colosso industriale mondiale operante nel settore dell’acciaio, leader nella fornitura per l’industria automobilistica.
A lanciare la protesta il sindaco di San Mango Teodoro Boccuzzi, questa mattina presente, insieme ad altri Sindaci del territorio, all’assemblea che si è svolta davanti ai cancelli dello stabilimento Arcelor Mittal: “Ho voluto ribadire con forza, guardando negli occhi i lavoratori e le loro famiglie, che l’Amministrazione comunale e l’intera comunità di San Mango sono e saranno sempre al loro fianco in questa difficile battaglia. Non si tratta solo di numeri o statistiche: parliamo di 70 famiglie, di 70 storie, di 70 vite che rischiano di essere travolte da una decisione calata dall’alto che non possiamo accettare.
Sono in contatto costante con la Regione Campania, con i nostri consiglieri regionali e con i parlamentari irpini, che ringrazio per l’immediata disponibilità dimostrata. Stiamo lavorando incessantemente per trovare soluzioni concrete che scongiurino questa chiusura.
Lunedì sarò presente davanti alla Prefettura di Avellino insieme ai lavoratori e ai sindacati, per far sentire forte e chiara la voce di San Mango e dell’intera provincia. Invito tutti i cittadini e le istituzioni che possono a partecipare: è importante dimostrare che siamo una comunità unita e solidale.
La dignità del lavoro è un diritto che non può essere calpestato. Dietro ogni posto di lavoro c’è una famiglia, ci sono progetti di vita, c’è il futuro del nostro territorio. Non permetteremo che le logiche del profitto cancellino decenni di storia industriale e di sacrifici. San Mango non si arrende. Insieme, uniti, possiamo e dobbiamo vincere questa battaglia.”
A intervenire anche il deputato irpino Gianfranco Rotondi: ” Ho appreso ieri la devastante notizia della chiusura dello stabilimento Arcelormittal, e stamane mi sono subito messo in contatto con la sottosegretaria al ministero delle imprese Fausta Bergamotto, a cui ho rappresentato l’assoluta urgenza di un intervento al massimo livello istituzionale, per scongiurare un epilogo a dir poco inquietante di una realtà produttiva su cui poggia la sicurezza di più di settanta famiglie. In giornata informerò anche il ministro Urso, pur nel rispetto del percorso istituzionale che prevede direttamente un tavolo presso la regione Campania, che è stata già allertata dai nostri consiglieri regionali”.
E il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli: “Questa decisione colpisce un territorio che negli ultimi venti anni ha subito fortemente il fenomeno dello spopolamento; venendo meno il lavoro, e le relative entrate economiche, dei dipendenti diretti e dell’indotto, aumenterebbe fortemente il rischio di un deterioramento complessivo dell’economia territoriale che ovviamente danneggerebbe il tessuto economico dell’intera Irpinia”.
“Quando le crisi riguardano imprese che garantiscono livelli occupazionali inferiori alle 250 unità lavorative, come nel caso descritto, il tavolo di crisi deve essere organizzato dalla Regione. La competenza è invece del Ministero per le crisi relative a imprese con un numero di dipendenti superiore alla quota di 250 unità. Mi sfugge che cosa stia aspettando la Regione Campania per attivare il tavolo di crisi”, ha aggiunto Cirielli. “Capisco che per il Presidente De Luca sia più congeniale e comodo impegnarsi a discutere dei massimi sistemi ma in questo caso in gioco c’è il futuro di una rilevante parte dell’intera economia della Provincia di Avellino. I lavoratori vanno tutelati senza esitazione dalla Regione Campania”.