In un settore sanitario, che è deputato ad un’assistenza rivolta a “fasce deboli”, si riscontrano da tempo criticità sempre più gravi. Cosa ancora più grave, è una flebile risposta dell’attuale direttore del Dipartimento di Salute Mentale (DSM); ricevuta dalla Direzione Generale della ASL Avellino a seguito di un intervento dell’USB Pubblico Impiego di Avellino. Dovendo essere sintetici, per problemi di spazio dei media a cui inoltriamo questo comunicato, cerchiamo di riassumere sinteticamente alcuni aspetti che riteniamo prioritari.
La città di Avellino, da ricerche effettuate, è l’unico capoluogo di provincia in Italia dove non si rileva la presenza del DSM in città. Si preferisce tenere la sede, del Direttore di detto Dipartimento e l’annessa U.O.C. di Psichiatria, nell’ex Ospedale di Monteforte Irpino; un edificio a dir poco fatiscente (e non risulta l’unica struttura utilizzata dalla ASL dove si opera in locali per nulla appropriati), dove ultimamente è avvenuto un crollo parziale del soffitto a piano terra, in una porzione solitamente affollata da utenti ed utilizzata dagli operatori, perché proprio lì si trova l’apparecchio per la rilevazione automatizzata delle presenze in servizio. Infatti, il Personale per un bel periodo di tempo, non ha potuto utilizzare il badge personale e le presenze sono state inserite manualmente.
Ovviamente, il decentramento della struttura del DSM crea grandi problemi all’utenza; poiché chi ha bisogno degli opportuni controlli con conseguenti processi assistenziali, si reca dalla provincia con i mezzi pubblici, deve necessariamente servirsi di due pullman; uno per raggiungere la città di Avellino e l’altro per raggiungere la sede di Monteforte Irpino. Probabilmente, si arriva prima a Milano. Ma i tanti politici che abbiamo, non rilevano ciò? Oppure, alcuni si intravedono solo per il taglio di nastri e nastrini? E le Associazioni deputate alla tutela di questa tipologia di pazienti, compreso il Tribunale per i diritti del malato, dove sono? Dell’organizzazione capillare della rete psichiatrica territoriale di una volta non c’è traccia, e sarebbe opportuno riattivare con un numero appropriato di operatori quelle attività ambulatoriali, almeno nei Distretti con un elevato bacino di utenza; per rispondere alla richiesta degli assistiti, prevenire ricoveri ed evitare che cittadini bisognosi siano “costretti” a ricorrere ad assistenza a pagamento. Ripercussioni assurde, riferite ad un’organizzazione di cui non ben comprendiamo quale sia la logica, sono verificabili anche a carico del personale impiegato.
Nello specifico, molte decisioni assurde si rilevano a danno del personale infermieristico operante c/o il Centro di Psichiatria, annesso al Distretto Sanitario di Atripalda. In questa Struttura che ha una sede edilizia di eccellenza, al contrario della sede della Direzione del DSM, al momento ci sono due Dirigenti Medici in servizio; per cui è frequente che le urgenze, nelle ore pomeridiane, siano assolte dal sanitario assegnato alla sede collinare di Monteforte. Ebbene, mentre il medico in servizio resta nella sede della U.O.C., gli infermieri di pomeriggio dovrebbero, quasi quotidianamente, mutare la propria sede di lavoro, “saltellando” per il territorio. Questi cambi di sede, tra l’altro, vengono spesso comunicati poco prima dell’inizio del turno 14-20. Ciò non è previsto dalle norme; così come non è previsto che l’infermiere, per vari motivi, svolga il compito di autista. Per concludere, un interrogativo dobbiamo porlo: a quali logiche strategiche risponde una tale organizzazione? La sede di Monteforte Irpino ha le dovute autorizzazione per essere adibita a sede distrettuale? Quest’ultimo interrogativo è d’obbligo perché la sede della Salute Mentale di Atripalda costruita ed attivata nell’anno 2005, sembrerebbe aver ottenuto le dovute autorizzazioni nell’agosto del 2021. Una mera dimenticanza? Invitiamo il Governatore della Regione Campania a verificare ed intervenire.