Un colpo di scena clamoroso scuote il caso dell’omicidio di Giuseppe Tirone, avvenuto a Cervinara nel 2023. La Corte d’Assise del Tribunale di Avellino, presieduta dal giudice Scarlato, ha accolto un’eccezione sollevata dagli avvocati Vittorio Fucci e Domenico Cioffi, annullando gli atti che avevano disposto il rinvio a giudizio immediato per Massimo Passariello, imputato del delitto. La decisione riporta l’intero procedimento al vaglio del Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP), richiedendo un rifacimento della procedura sin dalle fasi iniziali.
Massimo Passariello, 39 anni, noto pregiudicato di Cervinara, è accusato di aver ucciso Giuseppe Tirone, 51 anni, in modo efferato. Secondo l’accusa, Passariello, al culmine di un litigio, avrebbe cosparso Tirone di liquido infiammabile e gli avrebbe dato fuoco. La vittima, trasportata in condizioni disperate all’ospedale Cardarelli di Napoli, morì dopo dieci giorni di atroci sofferenze.
Le accuse contro Passariello sono gravissime: omicidio doloso pluriaggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi.
Ora la difesa ha messo in discussione la regolarità degli atti processuali. Gli avvocati Vittorio Fucci e Domenico Cioffi hanno contestato il rinvio a giudizio immediato, sostenendo che vi fossero vizi procedurali. La Corte d’Assise ha ritenuto fondate le loro argomentazioni, decidendo per la retrocessione degli atti davanti al GUP.
Nonostante l’opposizione del Pubblico Ministero e degli avvocati delle parti civili, tra cui Nicola De Maria, Pierluigi Pugliese e Stincone, la Corte ha stabilito che l’intero processo dovrà ripartire, annullando di fatto gli atti già compiuti.
Con il ritorno degli atti al GUP, il procedimento riparte da zero. Sarà necessario rifare l’udienza preliminare e decidere nuovamente se Passariello debba essere rinviato a giudizio. Una battuta d’arresto significativa in un caso già estremamente complesso e doloroso.