“Dopo lo scorso mese di novembre viene nuovamente proclamato lo stato di agitazione del personale dipendente del Consorzio ASI”.
Sono Licia Morsa, Segretaria Generale della Fp Cgil, e Gaetano Venezia, Segretario Generale della Uil Fpl, ad intervenire attraverso una nota congiunta.
Già lo scorso 10 novembre abbiamo interessato la Prefettura al fine di esperire il tentativo di conciliazione previsto dalla normativa vigente alla quale sono seguite altre tre note. Lo scorso 1° giugno il Rappresentante Sindacale Aziendale (RSU) ci ha rappresentato gravi ed irrisolte inadempienze contrattuali da parte del Consorzio ASI e tenuto conto anche dell’assemblea dei lavoratori, siamo ancora qui a segnalare la mancata erogazione dei premi di produzione dell’ultimo trimestre, il mancato accantonamento TFR da un biennio, oltre al mancato rispetto degli obblighi previdenziali. Una situazione insostenibile che ci vede costretti a proclamare, nuovamente, lo stato di agitazione del personale dipendente del Consorzio ASI di Avellino con la richiesta contestuale di esperimento della procedura conciliativa».
Una vicenda, quella dell’ASI, che va avanti ormai da mesi.
«In una riunione tenutasi nel luglio dello scorso anno – continuano Morsa e Venezia – convocata su richiesta di parte sindacale, a seguito dei ritardi nei pagamenti delle retribuzioni ed oneri previdenziali dei dipendenti del Consorzio ASI di Avellino, apprendemmo, dal Presidente e dal consulente già incaricato, che l’ente stava vivendo una crisi economica “disastrosa” e che la soluzione prospettata sarebbe stata appunto quella di una riduzione del costo del personale. Responsabilmente, a tutela dei dipendenti, le OO.SS. provinciali Fp Cgil e Uil Fpl, nel dichiarare la propria disponibilità a condividere un eventuale percorso con l’apertura di un fattivo confronto, e al fine di verificare ed accertare realmente quanto comunicato dal legale rappresentante consortile, chiesero preliminarmente, che l’ente mettesse immediatamente a disposizione tutta la documentazione contabile e non solo, indicata nel dettaglio nel verbale di seduta mirata ad una prima ed ampia valutazione del quadro finanziario/organizzativo/gestionale, ricordando nel contempo che i dipendenti sono stati gli unici ad aver già subito un notevole sacrificio economico, attraverso il taglio totale del salario accessorio avvenuto nel giugno 2017. E che, tra l’altro, dopo tale misura, non vi è stata nessuna traccia positiva gestionale di tale notevole risparmio o di obiettivi concreti di risanamento raggiunti. In questi mesi ben poco è stato fatto».
«Oggi siamo nuovamente qui a denunciare l’atteggiamento assunto dall’Amministrazione che non provvede al regolare pagamento degli stipendi ed oneri previdenziali del personale dipendente. Detta situazione non è più sostenibile, né tollerabile. Per tutti questi motivi, come detto, abbiamo così deciso di proclamare nuovamente lo stato di agitazione del personale e di rivolgerci direttamente al Prefetto».