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Avellino – “È una guerra quotidiana che combattiamo in trincea, ma senza aver costruito un tessuto sociale che possa supportare chi è in prima linea, anche i nostri sforzi finiscono per essere insufficienti”. Don Vitaliano Della Sala, vice direttore della Caritas di Avellino, conosceva bene Robert Omo, il 24enne nigeriano che stamattina ha ucciso a martellate il proprietario di nazionalità cinese di un negozio di casalinghi e ferramenta di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino, e ferito gravemente un 49enne di nazionalità bulgara che si trovava all’interno.

Il giovane è stato arrestato dai carabinieri e su disposizione della Procura di Avellino trasferito in carcere con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio. “Ha trascorso con noi tutto il periodo della pandemia – ricorda don Vitaliano- poi, da un anno a questa parte si era allontanato dalla nostra Cittadella della Carità. Dormiva all’addiaccio sul sagrato di una chiesa ed era profondamente cambiato da come lo avevamo conosciuto durante il lungo periodo del lockdown: irritabile, non più rispettoso delle regole interne per la gestione dell’accoglienza, fino a colpire, proprio la notte scorsa, un operatore che lo aveva richiamato all’osservanza degli orari di ingresso e uscita dalle nostre strutture“.

Il sacerdote, noto negli anni scorsi per il suo sostegno al movimento No Global e le rotture con la gerarchia ecclesiastica, oggi è parroco a Mercogliano e considerato molto vicino al vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello. “Non lancio alcuna accusa -sottolinea don Vitaliano -, prefettura, questura fanno a loro volta quello che possono, cerchiamo di fare sintesi e interfacciarsi. Ma la verità è tutto il sistema dell’accoglienza che andrebbe rivisto a cominciare dalle cure mediche e psicologiche di persone, straniere e italiane, che bussano alla nostra porta per un pasto ed un letto. La nostra trincea -conclude il sacerdote- diventa così una sorta di discarica sociale o, se volete, una palude dove garantire la dignità della persona diventa sempre più difficile”. Le strutture della Caritas di Avellino servono oltre cento pasti al giorno e, per un periodo massimo di quindici giorni, ospitano nei dormitori maschile e femminile fino a 24 ospiti.