La Cisal di Avellino rilancia le proprie attività sul territorio con l’apertura della nuova sede, in via Colombo 36. Alla presenza del segretario provinciale, Paolo Sarno, e del coordinatore provinciale, Massimo Picone, ieri è stata inaugurata la struttura ubicata nel centro del capoluogo, in una posizione strategica, a pochi passi dall’Autostazione, facilmente raggiungibile anche da chi viaggia dalla provincia con i trasporti pubblici.Alla cerimonia hanno partecipato anche i segretari di categoria Generoso Testa, Angelo Di Palma e Ciro Fiore.
Negli uffici sono dislocate, oltre all’Unione provinciale, anche le federazioni aderenti, Cisal Metalmeccanici, Cisal Terziario, Anief – Associazione nazionale insegnanti e formatori, Federagenti, Failp – Federazione autonoma italiana postelegrafonici, e i servizi di assistenza fiscale del Caf e di tutela sociale di lavoratori, pensionati e cittadini del centro di raccolta del Patronato. Gli sportelli sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.
“Intendiamo essere sempre più vicini – ha dichiarato il segretario Sarno – ai nostri iscritti e ai lavoratori in generale, in una fase delicata e difficile, come quella che stiamo attraversando, non solo per i numerosi problemi che si registrano sotto il profilo occupazionale, ma anche per la crisi economica che sta colpendo tante famiglie, che fino a qualche anno fa ancora vivevano una condizione di relativa tranquillità ed oggi si trovano sempre più esposte a un profondo disagio. Con i rappresentanti dei diversi settori e la nostra rete cerchiamo di essere in prima linea sui luoghi di lavoro e sui territori, offrendo il supporto necessario”.
Anche il coordinatore provinciale e commissario dei Metalmeccanici, Picone, ha evidenziato i principali nodi da affrontare: “In Irpinia, come nel resto del Paese, siamo di fronte ad una fase di grande incertezza, soprattutto nel comparto dell’automotive, che sta subendo un drammatico effetto a catena, dopo la flessione delle vendite dei marchi nazionali, anche se ormai emerge una fragilità strutturale in buona parte dell’intero continente. Purtroppo in tutti questi anni c’è stata grande instabilità, con continue vertenze, superate con nuovi impegni finanziari pubblici e accordi sempre disattesi dalle grandi aziende, che puntualmente sono tornate ai tavoli isituzionali, agitando le solite questioni e paventando fermi, licenziamenti, decentramenti produttivi.
Oggi più che mai occorre una vera e solida strategia, ma con garanzie sull’attuazione. Gli scenari su cui ci si muove sono globali, però senza una politica industriale nazionale chiara chiara non si va da nessuna parte. E per il nostro territorio la priorità è la definizione di un disegno complessivo dello sviluppo, con prospettive concrete per arginare la desertificazione sociale ed economica e la fuga delle giovani generazioni”.