Sirignano (AV) – Bernardo Cava e Pellegrino Crisci, accusati di tentata estorsione in danno di un imprenditore di Sirignano, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Dopo gli arrestati scattati nella giornata di mercoledì, entrambi sono reclusi presso il carcere di Secondigliano.
Le indagini sono partite dopo l’episodio avvenuto nell’ottobre del 2020 quando fu dato alle fiamme l’escavatore dell’imprenditore, che poi aveva deciso di denunciare, che aveva però avuto due incontri con Cava e Crisci.
Davanti il GIP, Leda Rosetti i due difesi dai legali Alessandro Del Grosso e Gaetano Aufiero non hanno proferito parola o fornito elementi per chiarire la propria posizione. Nel frattempo il giudice per l’indagini preliminari ha firmato la misura cautelare nei loro confronti. Decisiva è stata anche la testimonianza del sindaco di Sirignano, Antonio Colucci. E’ quanto è emerso all’interno dell’ordinanza di custidia. Da parte dei due legali è già stata anticipata l’intenzione di ricorrre al Tribunale del Riesame di Napoli.
Camorra, tentata estorsione per favorire il clan Cava: due persone in manette