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Palazzine Bene Comune: le casette asismiche di Aquilonia da residuo urbano a opportunità”, questo il titolo della mostra-convegno che si terrà venerdì 16 giugno 2023, a partire dalle 16:00, nei locali del Museo Etnografico di Aquilonia “Beniamino Tartaglia”. L’iniziativa è indetta dal Comitato civico Palazzine Bene Comune e dal Museo stesso per celebrare l’approvazione della Deliberazione della giunta comunale di Aquilonia n. 49 del 23 maggio scorso – uno dei primi atti della nuova amministrazione guidata da Antonio Caputo – che annulla i provvedimenti dell’amministrazione De Vito di ottobre e novembre 2017 che disponevano l’abbattimento di 6 padiglioni del 1930 ancora presenti nel centro del paese.

L’iniziativa
è patrocinata dal Comune di Aquilonia e vi parteciperanno il Presidente della Provincia di Avellino Rizieri Buonopane, il Consigliere regionale Francesco Todisco (consigliere delegato del Presidente della Regione Campania) e il Sindaco Antonio Caputo. Il convegno avrà come intervento centrale quello del prof. Nicola Flora, coordinatore del Corso di laurea in Scienze dell’Architettura del DiARC-Università di Napoli “Federico II”, sul tema “Ri-abitare le aree interne: un percorso di rinascita”.

Il dibattito, moderato dal regista
Michele Citoni del Comitato Palazzine Bene Comune, vedrà inoltre gli interventi dell’arch. Vincenzo Tenore (direttore del Museo etnografico di Aquilonia), del giornalista e scrittore Generoso Picone (già responsabile delle redazioni nazionali di politica e cultura e della redazione di Avellino de Il Mattino di Napoli), della prof.ssa Katia Fabbricatti (DiARC-Università “Federico II”), dell’arch. Angelo Verderosa (club di territorio “Paesi d’Irpinia” del Touring Club Italiano), dell’ing. Giuseppe Del Re (circolo Alta Irpinia di Legambiente), dell’arch. Giovanni Panzetta e dell’artista Mary Baldassarre.

Prima dell’incontro sar
à inoltre inaugurata una mostra sulle “casette asismiche” ancora esistenti ad Aquilonia, qui chiamate dagli abitanti “palazzine”, costruzioni analoghe a quelle realizzate nei primi decenni del ‘900 per il ricovero dei terremotati a seguito di diversi eventi sismici – dalla Marsica (1915), al Mugello (1919), al cosiddetto “terremoto del Vulture” che nel 1930 colpì Aquilonia e molti altri paesi irpini e lucani, a quello delle Marche dello stesso anno. La mostra, che resterà una settimana nei locali del museo, conterrà inoltre una selezione di tavole progettuali dei numerosissimi studi sulle “casette” realizzati da studenti delle Università di Napoli “Federico II” e di Camerino, oltre a dipinti, materiali video-etnografici e video-artistici.

I 6 padiglioni in questione sono stati al centro di una lunga vertenza di tutela avviata nel 2017 dal Comitato civico Palazzine Bene Comune a seguito della deliberazione comunale di abbattimento. Le richieste del comitato sono state condivise da centinaia di firmatari di una petizione, da numerosi esponenti della cultura e docenti universitari e dai gruppi politici di opposizione in consiglio comunale, e sono le seguenti: 1) la conservazione e il restauro di tutte le “palazzine” ancora esistenti in quanto rappresentano il centro storico del nuovo paese ricostruito dopo il terremoto del 1930; 2) una consultazione dei cittadini sulle nuove funzioni da inserire negli edifici; 3) un’operazione pubblica di rigenerazione urbana che riattivi il patrimonio edilizio senza in alcun modo mutarne il carattere di testimonianza della storia urbanistica e sociale di Aquilonia, come dei paesi che hanno vissuto vicende analoghe.

Nonostante il Sindaco Giancarlo De Vito avesse rinunciato temporaneamente alla demolizione, i relativi provvedimenti formali non erano mai stati ritirati e nulla è stato fatto di quanto chiesto dal comitato, nemmeno la messa in sicurezza di un patrimonio in corso di preoccupante degrado. La nuova amministrazione ha invece avviato il proprio mandato con l’annullamento di quei provvedimenti e annunciando che le risorse stanziate per la demolizione saranno utilizzate per mettere in sicurezza e ripulire l’area delle 6 “palazzine”. Da qui, e dal convegno del 16 giugno, può ricominciare il “percorso di rinascita” auspicato.