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Alta tensione, questa mattina, nel carcere di Avellino dove tre detenuti di origine maghrebina hanno messo in atto una violenta protesta barricandosi in Sezione e bloccando il cancello ingresso con frigorifero/congelatore. 
 Successivamente i tre detenuti hanno distrutto le telecamere di videosorveglianza interna, i quadri elettrici utilizzando delle spranghe di ferro e incendiando i materassi della cella. Uno dei detenuti, prima che gli agenti potessero facessero irruzione nella sezione, si è procurato un taglio con una lametta e ha ingerito delle pile. Secondo il sindacato, mentre era in corso la protesta, nel carcere avellinese si trovava per ragioni di ufficio il magistrato di sorveglianza del Tribunale di Avellino che “ha tentato invano di fare opera di persuasione” per far cessare la protesta
 
Tiziana Guacci, segretario regionale SAPPE, spiega che i tre “con delle spranghe di ferro hanno distrutto tutte le telecamere di videosorveglianza ed i quadri elettrici del Reparto, obbligando altri ristretti a rimanere nelle proprie celle. Non contenti, hanno incendiato un materasso ed hanno impedito al personale di Polizia Penitenziaria di entrare per far evacuare la Sezione”.
 
“Sembrerebbe”, aggiunge la sindacalista, “che sul posto fosse presente anche il Magistrato di Sorveglianza che ha tentato invano un’opera di persuasione. Uno di loro, infine, si è procurato tagli con una lametta di uso consentito e ha ingerito delle pile”.
Netta la denuncia del SAPPE: “Le condizioni della Casa Circondariale di Avellino continuano ad essere allarmanti, come quelle degli altri istituti del distretto campano, per sovraffollamento e carenza di organico. Come già denunciato dal nostro Sindacato, il primo e più rappresentativo della Polizia Penitenziaria, “nell’ultimo periodo sono stati trasferiti provenienti da altri istituti un notevole numero di detenuti che ha vertiginosamente fatto crescere la popolazione detenuta a circa 600 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 507 detenuti.
 
A peggiorare la situazione la presenza di una sezione ex art. 32 fatiscente che comporta gravi ripercussioni sulla sicurezza interna del reparto oltre alla cronica carenza di organico; in particolare, con riferimento al ruolo degli Ispettori a fronte di una pianta organica che prevede n. 24 unità ad oggi il personale impiegabile è pari a soli 5 uomini e 4 donne”.
 
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha parole di plauso per gli Agenti intervenuti con grande coraggio e professionalità, considerata anche la particolare situazione che si era determinata: “La denuncia del SAPPE è ferma nel condannare tali atteggiamenti da parte dei reclusi e allo stesso tempo condanniamo queste violenze che stanno facendo vivere al proprio personale di Polizia Penitenziaria giorni e giorni di malessere psicofisico e mentale, per cui occorre che le Autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine dotando la Polizia Penitenziaria di adeguati strumenti operativi necessari per fronteggiare questa violenza assurda”.