“Qualsiasi pubblico, allenatore, direttore e giocatore vorrebbe un presidente come Angelo Antonio D’Agostino. Sono stato poco sotto la sua gestione, ricordo che sono arrivato ad Avellino nella storia recente più brutta, visto la situazione societaria. Non solo ci siamo salvati ma abbiamo giocato anche i playoff uscendo a Terni. Dopo anni, nonostante il mio contratto, ancora oggi mi chiedo perchè non mi fu data la possibilità di proseguire quel progetto. Io auguro a tutti di avere una proprietà come quella dell’Avellino. Seria, forte economicamente ed è un peccato che con tutto quello che ha speso sia ancora in Serie C”. Così il tecnico Ezio Capuano, ospite dell’ultima puntata di “Punto C” in onda su Anteprima24.it.
“Il derby tra Benevento e Avellino? Il campionato è lungo – afferma Capuano – Al di là di ciò queste sono partite molto indicative per il futuro”. E sul personaggio, il tecnico di Pescopagano è chiaro: “Questa enfatizzazione medicata spesso mi ha dato fastidio – racconta – In passato ho fatto qualche esternazione forte in passato è stata fatta, l’esperienza di un uomo intelligente porta in bene o in negativo. Tutto ciò per il popolo che si sveglia il lunedì mattina regolandosi sul risultato della squadra, vivendo così la settimana. Il calcio non è un gioco, ma bensì un misto tra emozione e commozione. E’ senso di appartenenza, magari come fatto a Taranto, sembravano gare di Premier League”.
Il tecnico parla anche di Patrick Enrici, attuale difensore dei lupi: “E’ un giocatore che ho preso dalla strada, visto che era svincolato, facendogli firmare un contratto di due anni – conclude Capuano – E’ stata l’ennesima plusvalenza. Un giocatore forte ma soprattutto un ragazzo d’oro”.