Tempo di lettura: 6 minuti

Avellino Prende Parte abbandona il campo largo. Dopo un anno di confronto con gli alleati, la formazione politica rappresentata in consiglio comunale da Francesco Iandolo sceglie di prendere una strada diversa da quella della coalizione formata da PdM5sSinistra Italiana-SiPuò e Controvento.

“App – si legge in un documento approvato dall’assemblea del movimento – è nata per restituire voce e motivo di impegno nell’amministrazione della città alle forze vive della società cittadina, quelle che negli ultimi anni sono state escluse dalla partecipazione politica perché irriducibili alle consorterie che in questi decenni l’hanno resa la città che è oggi: un confuso conglomerato urbano che ha perso, insieme ai suoi figli, la speranza in un futuro migliore, equo e sostenibile.

Siamo nati – continua la nota – per contribuire a disegnare uno sviluppo per Avellino possibile, solidale e dignitoso: un domani in cui l’impegno civico, volontaristico e solidale potesse essere valorizzato.

Alla luce della devastante situazione in cui si trova la città e in coerenza con gli obiettivi e la linea che ci ha sempre contraddistinto – c’è scritto ancora nel documento – abbiamo convintamente sostenuto e difeso, davanti alla disintegrazione dello spazio democratico e le inquietanti nubi che si stagliano sopra l’orizzonte dell’agire amministrativo della giunta Festa, tutti i percorsi di convergenza progressista che ci sono stati proposti nell’ottica della definizione di proposte, azioni e programmi per restituire un futuro ad Avellino e ai suoi cittadini.

Allo stesso modo abbiamo contribuito alla creazione di una coalizione che è nata andando incontro a tutti i nostri obiettivi, con percorsi partecipativi e aperti alla società civile, in grado di coinvolgere energie e risorse, con l’intento di mobilitare la società a sostegno di un progetto politico. Un percorso che parlava con la nostra stessa voce di innovazione, cambiamento, trasformazione anche generazionale della città.

Per costruire rappresentanza, però, non basta mettere delle sigle assieme, ma è necessario costruire connessioni fra i cittadini e le istituzioni, mettendo in campo l’ascolto e il dubbio. Abbiamo creduto che questo processo fosse possibile così come abbiamo sostenuto – inascoltati ma profetici – che il metodo migliore, per non ingessarlo ma amplificarlo, fosse quello di utilizzare lo strumento delle primarie per la scelta del candidato a sindaco.

Nonostante ciò, abbiamo coltivato la speranza che fosse ancora possibile per una forza portatrice di un’autentica voglia di rinnovamento – affermano gli esponenti di Avellino Prende Parte – partecipare al tavolo delle decisioni, poter mantenere autonomia e rispetto in grado di arricchire i rapporti tra i partiti e aiutare nella definizione delle migliori scelte possibili. La cronaca di questi giorni ci racconta che non è così: non esiste un reale nuovo metodo per determinare in maniera aperta e pubblica la partecipazione all’offerta politica cittadina per le prossime amministrative.

Se questo spazio c’è, esiste solo in contrapposizione ai tanto declamati berlingueriani di giorno e andreottiani di sera che nei fatti non sono disponibili ad accompagnare un processo nuovo. Essi rappresentano una politica asserragliata su posizioni di piccoli o grandi poteri che hanno come unico obiettivo mantenere l’ancoraggio a posizioni autoreferenziali, a voce rincorrendo un “metodo nuovo” ma in realtà utilizzando le più vecchie e respingenti forme della politica.

APP non è nata per rompere, ma per unire, per arricchire, per costruire insieme e ci riteniamo ancorati a questo mandato, ma non a quello di un famigerato “tavolo” da cui ci sentiamo traditi e a cui, quindi, non ci sentiamo più vincolati. L’unità non è un fine, ma uno strumento.

Per noi era lo strumento per interrogare il mondo che la coalizione ambiva a rappresentare, senza che i personalismi prevalessero sulla politica. Si è tradotta, invece, in una zavorra che ci ha costretto a giocare con regole non nostre mentre quelle stesse regole venivano ignorate in manovre di palazzo che si consumavano azzerando la politica.

Noi pensavamo che il ragionare insieme, il contaminarsi, caratterizzasse anche le altre forze della “coalizione”, che ci fosse ancora spazio per un cambiamento di rotta: uno spazio politico progressista ed ecologista che fosse naturalmente competitivo e in grado di sottrarre la città alla gestione Festa. Sbagliavamo. Per questo oggi ci fermiamo qui.
Prendiamo atto che, allo stato, nessun rinnovamento è possibile nello spazio dell’autoproclamata politica “progressista” della città. Le rendite di posizione e gli apparati politici emersi nella costruzione delle candidature a sindaco saranno sempre più forti della partecipazione civica, dell’opportunità e della ragione.

In queste settimane, mentre altri frequentavano bar e ristoranti napoletani e romani, ci siamo concentrati sui temi e le proposte, abbiamo presentato numerose iniziative consiliari per un cambiamento radicale della città e per il benessere dei cittadini, abbiamo animato iniziative pubbliche culturali e sociali.

Non ci siamo mai fermati e non lo faremo adessoPer noi inizia un percorso diverso, in mare aperto, consapevoli che tutte le esperienze politiche fatte fino ad ora ci insegnano a non arrenderci, alla ricerca di nuove forme e metodi di rigenerare la politica avellinese e la comunità.

Continueremo – c’è scritto nel documento – ad incentivare una politica che si esprime con la partecipazione e l’esperienza del dialogo.

Certi che questa è la via maestra. Ascoltare, osservare, costruire nel dialogo e nella chiarezza delle idee e dei fatti. Osservatori attenti di quella politica capace di interpretare soluzioni adeguate senza far mancare il nostro contributo.

Auguriamo ai nostri attivisti, simpatizzanti, iscritti ed elettori di non arrendersi all’impegno politico, ma di cambiare strumento, di cambiare percorso e ritrovarsi in un sentiero in grado davvero di cambiare la città e politica cittadina, a partire dal superamento della sua aristocrazia politica.

Ci teniamo a ringraziare tutti quelli che con noi hanno partecipato ai numerosi incontri pubblici, ai momenti di confronto, all’elaborazione di ordini del giorno e di direttive da portare in consiglio comunale: fino alla fine del mandato – come annunciato in conferenza stampa – continueremo con il nostro lavoro.

Vogliamo ringraziare chi per noi ha seguito questo percorso e in particolare Francesco Iandolo – si legge -. Ha svolto con professionalità, onore ed impegno cinque anni in consiglio comunale adempiendo appieno al mandato che ci eravamo dati: portare in consiglio la voce del protagonismo civico, dell’associazionismo critico, della solidarietà e del volontariato della città. Energie e pensieri che sono in grado di immaginare e costruire una città diversa.

A lui e a tutti gli attivisti e le attiviste – conclude il documento – auguriamo un buon impegno, di continuare a muovere i propri passi nella politica, all’interno di scelte più idonee alla fase in cui viviamo