“Chi ha compagni non muore mai. Riposa in pace maestro“. E’ questo il messaggio apparso nel giorno dell’addio al maestro Marcello Colasurdo. Il musicista, per molti il “re della tammurriata“, è venuto a mancare a 68 anni. Nel pomeriggio si sono svolti i funerali del Maestro nella sua Pomigliano D’Arco, nella chiesa di San Felice. Forte la delegazione irpina presente oggi pomeriggio. Colasurdo cittadino onorario di Ospedaletto d’Alpinolo dal 2020. Da qui la presenza dell’ex sindaco Antonio Saggese insieme al primo cittadino di Mercogliano, Vittorio D’Alessio e poi Pasquale Giuditta ex fascia tricolore di Summonte insieme ai rappresentati della Pro Loco di Mercogliano e dell’associazione Sogni Ferrati.
L’ultimo saluto non poteva che essere accompagnato dalle tammorre. Compagne di vita sempre per Colasurdo, celebre la sua frase: “È meglio ‘na tammurriata ca ‘na guerra”. Emozionante il ricordo di Don Leonardo Falco: “Diceva il grande Totò, la morte è una cosa seria. E chi negli anni ha fatto esperienza di una vita bella, tersa, vissuta piena d’affetto e amore non può non sentire il peso delle cose che finiscono – dice – La morta è come una vera ingiustizia che ci viene fatta sulle nostre aspirazioni. Gesù stesso provò queste sensazioni.
Oggi affidiamo alle braccia del Padre, Marcello il re della tammorra – continua Don Falco – Questo distacco, oggi deve diventare ricordo grato al signore per quanti lo hanno conosciuto: un grande artista, musicista, ma anche un difensore dei diritti di tutti. Un uomo buono, purtroppo io non ho avuto modo di conoscerlo visto che sono qui da un mese ma ho avuto modo di ascoltare tanta gente. Tra queste, una persona mi ha raccontato che quando a casa sua arrivava una grossa spesa era Marcello a mandarla. Un uomo attento ai poveri ma soprattutto attento agli emarginati”. Al termine della funzione religiosa sono state fatte volare in cielo delle colombe bianche, segno della purezza che ha contraddistinto nella vita Colasurdo.