La morte di una donna in Sardegna e un’altra ricoverata in gravi condizioni per sospetta legionella e altri casi tra Padova, Merano a Bagnolo San Vito nella regione Lombardia, preoccupa anche la provincia di Avellino, e in particolare in territorio di Ariano Irpino.
Una situazione certamente diversa e molto più contenuta risetto alle altri parti d’Italia dove si è reso necessario anche il ricovero di altuni pazienti, ma ad Ariano Irpino dopo la chiusura della scuola Giulio Lusi (LEGGI QUI) l e il sospetto contagio di un collaboratore scolastico, l’attenzione resta altissima per escludendo forme di allarmismo eccessivo.
Per il momento la chiusura dell’Istituto è stata prolungata a scopo precauzionale e sono in corso analisi effettuate dall‘Arpac per capire se non c’è più traccia di legionella nelle condutture idriche da dove sarebbe scaturito il primo allarme.
Intanto è stato scongiurato il diffondersi del batterio tra gli studenti e docenti dell’Istituto Comprensivo Giulio Lusi.
La legionellosi è causata nel 90% dei casi dal batterio Legionella, del quale sono state identificate più di 60 specie diverse suddivise in 71 sierotipi. Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.
La malattia del legionario, dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni (in media 5-6 giorni), si manifesta come una polmonite infettiva. A volte possono essere presenti sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci.