Alessia Alborea aveva 15 anni quando in una tiepida mattina di inizio settembre- correva l’anno 2009– si sveglia in preda ad una lancinante emicrania, sintomo di un’aneurisma cerebrale che di lì a pochissime ore la porterà per sempre via alla vita, nonostante la immediata e disperata corsa all’ospedale.
Domenico Bagnoli nel 2020 di anni ne aveva 63 quando nei giorni in cui stava vivendo una delle emozioni più grandi della sua vita, quella di essere diventato nonno, viene contagiato dal covid che nel giro di nemmeno due settimane non gli lascia scampo.
Alessia era la sorella di Federica e Domenico il papà di Nicola, due giovani neosposi fidanzati già all’epoca della tragedia che colpì la famiglia Alborea.
Un amore che si è fortificato e solidificato nel tempo, che ha resisito ed è stato più forte dei destini infami capitati a due famiglie che hanno dovuto affrontare lutti improvvisi e inspiegabili.
Per Domenico Federica era ormai diventata una quarta figlia, insieme a Nicola e alle sue due amate Carmen e Stella.
Ed è per questo che Nicola e Federica quando lo scorso settembre sono diventati marito e moglie hanno voluto destinare un contributo all’Associazione Totalife, nata nel ricordo di Antonia Godas, un’altra figlia dell’Irpinia strappata alla vita.
Da oggi i nomi di Alessia Alborea e Domenico Bagnoli sono uniti in una targa che funge da intitolazione ad una Sala multimediale aperta questa mattina nel centro culturale “Francesco Saverio Matteo” del Comune di Sant’Angelo dei Lombardi dedicata ai bambini ed in particolare a quelli, profughi di guerra, ed in generale a disposizione di tutti i ragazzi del comune altirpino.
Uno spazio dodato di pc, tablet, un grande schermo, dispositivo webcam e due microfoni, un accesso wi- fi e un router 4G LTE per una connessione veloce ed efficiente.
L’idea è quella di aprire una finestra sul mondo, di consentire cioè ai bambini di poter riabbracciare virtualmente i propri cari, compagni di classe e di o di gioco, di poter riprendere il percorso di studi abbandonato, integrandolo con le nuove possibilità che il nostro Paese può offrire.
Un progetto che doveva partire già lo scorso anno e che oggi finalmente ha visto la luce grazie alla generosità di una coppia legata non solo dall’amore, ma anche dai destini crudeli riservati ai loro cari che non ci sono più.
“Voglio ringraziare Roberto Godas e sua moglie per l’opportunità che ci hanno dato– commenta Federica- Prendendo spunto da mia cognata, ho pensato di evitare le classiche e inutili bomboniere da matrimonio, e investire per un’Associazione in cui ho molta fiducia soprattutto per la sua mission, quella di aiutare le persone meno fortunate di noi. Per questo mi auguro che la Sala appena aperta possa fungere da punto di incontro, di integrazione e di crescita personale per tutta la comunità”.
Da oggi quell’unica grande famiglia Bagnoli-Alborea si allarga ulteriormente creando un ponte di concreta accoglienza e integrazione di tanti ragazzi meno fortunati di noi.
In un certo senso, idealmente, il cuore di Alessia e Domenico continua a battare.