di Anna Rita Santabarbara
“La criminalità è sempre vitale e risorgente, perciò l’impegno contro la camorra deve sempre rimanere costante”. Lo ha dichiarato a Casal di Principe (Ce), nel corso della commemorazione della morte di Don Peppe Diana, il Procuratore Aggiunto di Napoli Luigi Frunzio, che da ottobre scorso coordina il pool di sostituti procuratori della Dda che si occupa del clan dei Casalesi. Per Frunzio non è la prima volta a Casal di Principe, ma è la prima in assoluto a Casa Don Diana, bene intitolato al prete e confiscato alla camorra dove oggi, peraltro, è stata inaugurata anche una biblioteca ed una mediateca.
“Provo un grande rispetto e una grande emozione ad essere qui oggi”, dice il magistrato, “perché è un luogo simbolo che alimenta la memoria di don Peppe; ma sono emozionato anche nel vedere tutte queste immagini sulle mura (sono le foto delle vittime innocenti della camorra, ndr), e nell’incontrare i parenti delle vittime che sono oggi riuniti qui. Mi ha colpito particolarmente la folla che sta partecipando all’evento. E’ importantissimo impegnarsi in questa bonifica culturale e sociale. Ma si tratta di un percorso molto lungo da fare”.
Parlando alla platea intervenuta alla cerimonia-evento, Luigi Frunzio ha sottolineato come spesso società civile e società politica siano considerato come due entità distinte. In realtà, sottolinea il magistrato, si tratta di due anelli che non possono essere scissi l’uno dall’altro, in quanto “la società politica non è che l’espressione della società civile”. Di qui, quella zona grigia in cui i poteri criminali incontrano e si mescolano con le istituzioni fino a mimetizzarsi. L’attenzione, dunque, secondo Frunzio, deve essere rivolta prima di tutti ai cittadini, favorendo le condizioni fondamentali al contrasto alla camorra: lavoro, progresso sociale, formazioni, assistenza alle famiglie.
E a proposito dei comportamenti di Michele Zagaria, che in più di un processo in cui è imputato ha preso la parola lanciando dure accuse contro i magistrati che, a suo dire, vorrebbero indurlo a pentirsi lamentando un aggravamento del carcere duro e una persecuzione da parte delle istituzioni nei confronti suoi e dei familiari, Luigi Frunzio ha risposto che la cosa “non ci preoccupa”.
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