Benevento- ”Il Successo Del Cinema Campano. Obiettivi, Valorizzazione Prospettive” – è questo il tema dell’incontro tenutosi questo pomeriggio a Benevento nella Sala Rossa del Rettorato di piazza Guerrazzi. L’occasione per analizzare l’impatto delle iniziative istituzionali sul settore cinematografico campano nell’ultimo anno.
Ma l’iniziativa si è rivelata anche un succoso antipasto del Bct, il Festival Nazionale del Cinema e della Televisione della Città di Benevento, ideato e portato avanti dal direttore artistico Antonio Frascadore. E proprio Frascadore ha svelato il nome di un primo ospite della rassegna 2018: Marco D’Amore, alias Ciro Di Marzio di Gomorra.
Nel capoluogo sannita arriverà il 7 luglio per raccontare il grande regista e attore italiano Vittorio De Sica in una pièce teatrale completamente scritta e prodotta dagli autori del Bct, che quest’anno punterà i riflettori su eventi teatrali rivisti in chiave cinematografica: “ Incomincia a delinearsi il cartellone del Festival. L’obiettivo era superarsi rispetto allo scorsa edizione e ci stiamo riuscendo”.
Ospiti questo pomeriggio del Convegno organizzato dall’Università, Maurizio Gemma direttore Film Commission Regione Campania, Gaetano Di Vaio, produttore di “Veleno”, il film di Diego Olivares in concorso a Venezia. e l’ attore campano Patrizio Rispo, il Raffaele Giordano – portiere di Palazzo Palladini – di Un Posto al Sole.
Con il supporto di Rosanna Romano (Direzione Generale Politiche Culturali e Turismo – Regione Campania) grande spazio è stato riservato alla legge regionale sul cinema approvata dalla giunta di Vincenzo De Luca lo scorso anno. Da palazzo Santa Lucia è giunto infatti un input volto a promuovere e valorizzare lo sviluppo e la produzione di opere con contenuto narrativo, documentaristico o sperimentale, realizzate in Regione Campania, nella prospettiva di favorire la nascita e l’espansione di un distretto dell’industria cinematografica e audiovisiva.
“Dopo tanto silenzio e immobilismo su questo settore strategico, qualcosa finalmente si è mosso” – ha sottolineato Maurizio Gemma.
“La missione – ha aggiunto – è promuovere la Campania come set ideale per la realizzazione di film, serie televisive, spot pubblicitari ed altri prodotti dell’audiovisivo, rafforzando la visibilità della straordinaria varietà di location e delle eccellenze artistiche e imprenditoriali già esistenti sul territorio. Per questo motivo, i cosiddetti film commissioner, devono essere capaci di riunire organismi che provvedano gratuitamente all’erogazione di servizi tra i quali l’assistenza logistica, l’accesso alle risorse finanziarie locali, la concessione di permessi, la mappatura di maestranze e fornitori di servizi nei territori e la ricerca delle location”.
Poi la parola è passata a Gaetano Di Vaio che ha prodotto il film Veleno, un racconto del dramma di una famiglia e di un’intera comunità in un territorio contaminato come la Terra dei Fuochi: “Io non ho fatto un documentario, ho realizzato un film che non è sulla terra dei fuochi ma è una storia d’amore e di coraggio ambientata sullo sfondo di quella tragedia. Qualcosa di molto diverso”.
Soddisfatto, per tornare alla legge regionale, anche Di Vaio: “Ma non ci si può fermare a questo. Occorre continuare a credere nel cinema”.
Sul tema si è spesa anche Rosanna Romano:“La legge rappresenta uno spartiacque con il passato. E’ un percorso strategico e operativo che ha accelerato la buona prassi nell’ambito più generale delle politiche culturali”. Quindi ha aggiunto: “ La legge esisteva ma non veniva applicata, oggi il percorso è totalmente diverso”
Ha quindi preso la parola Patrizio Rispo che ha rimarcato: “Un Posto al sole era un esperimento. Dovevamo essere da apripista per una Hollywood del mediteranneo portando un indotto enorme”
La soap opera ambientata a Posillipo raggiungerà a breve le 5000 puntate: “La metà del successo che sta avendo è dovuto alla città”.
L’attore ha ricordato altri successi campani come Napoli Velata o I racconti di Pizzofalcone: “Esempi delle potenzialità che la Campania è capace di esprimere”
A trarre le conclusioni, evidenziando ancora una volta la necessità di creare e rafforzare “rapporti e intese tra i protagonisti di questa realtà e le istituzioni” è stato il direttore artistico Antonio Frascadore.