Avrebbero stretto in carcere un accordo per il controllo delle piazze dello spaccio a Salerno: in aula la testimonianza del collaboratore di giustizia, Iannone. Fu dalle dichiarazioni di quest’ultimo che partì l’ordinanza restrittiva a carico di Roberto Esposito (a processo anche per il duplice omicidio di Fratte), del fratello Cataldo Esposito e Mario Viviani. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, a suo tempo furono ritenute non attendibili dal tribunale del Riesame di Salerno. Iannone, sarà sentito dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Salerno nella prossima udienza del 28 giugno. I tre imputati sono difesi dagli avvocati Luigi Gargiulo, Fabio De Ciuceis e Danilo Laurino. Il blitz della squadra mobile scattò a febbraio del 2016. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore antimafia Vincenzo Montemurro ha ricostruito che le origini del sodalizio risalgono al 2 novembre del 2012, quando i fratelli Cataldo e Roberto Esposito avrebbero stretto un patto durante una visita nel carcere di Carinola dove Cataldo era detenuto. Quest’ultimo, trasferito a Secondigliano, avrebbe stretto un accordo con un detenuto tanzaniano, definendo le modalità di collaborazione tra i familiari liberi di entrambi. Così Roberto Esposito sarebbe entrato in contatto con la moglie dell’africano e avrebbe coinvolto Viviani e gli altri. I salernitani si recavano a Varcaturo per l’approvvigionamento dell’eroina e da lì l’avrebbero portata a Salerno per lo spaccio al dettaglio.
Piazze di spaccio. “I salernitani si rifornivano a Varcaturo”
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