Benevento- Il 23 maggio non è un giorno qualunque: 29 anni fa su un tratto stradale, all’altezza di Capaci perse la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie e la scorta in una feroce vendetta di mafia. Un omaggio floreale in ricordo di quei morti presso il Tribunale e presso la Questura di via De Caro hanno sottolineato quegli eventi come la società civile di Benevento non dimentica e le note eseguite da Carmine Ozzella della classe quinta del Liceo Musicale Guacci , presidio di Libera, hanno reso struggente il momento di raccoglimento.
Il coordinamento provinciale di Libera, rappresentata oggi da Michele Martino, Antonio Iermano e Sara Scudieri ha voluto promuovere questa cerimonia con tre distinti momenti. Presenti il Procuratore Aldo Policastro, il Questore Luigi Buonagura, il magistrato Sergio Pezza, in rappresentanza della Presidenza del Tribunale, e Domenico Russo della Camera Penale di Benevento, è stata rivissuta quell’attacco bestiale al cuore dello Stato che fortemente angosciò l’Italia intera.
Il Procuratore Policastro, sottolineando come la Magistratura non viva un momento felicissimo per via delle ben note vicende, ha detto: “E’ stato un momento tragico quella giornata di 29 anni fa per tutta la storia italiana. Possiamo paragonarlo ad un evento sismico. Un colpo forte che ha smosso le istituzioni: morirono 5 uomini, 2 giudici e 3 agenti della scorta. Non bisogna solo ricordare, ma fare memoria. Occorre onorare i caduti. Non è un momento semplice per la magistratura, ma dobbiamo superare questi momenti per i nostri caduti”.
Poi un appello: “Bisogna guardare oltre cercare ciò che è invisibile. La criminalità organizzata non è solo nella strage ma può nascondersi altrove”. Dopo l’indirizzo di saluto di Sergio Pezza ha preso la parola Domenico Russo che ha rimarcato: “La Magistratura, l’avvocatura debbano tornare ad essere uniti e compatti per far rispettare i valori che hanno trasmesso in questi anni e ciò che hanno insegnati il Giudice Falcone e Paolo Borsellino”. Ha chiuso gli interventi Michele Martino, coordinatore di Libera Benevento, che ha sottolineato: “Quei momenti hanno rappresentato la forza dell’ arroganza”.
Martino non ha mancato di ricordare le 125mila vittime italiane della pandemia, ma ha lanciato un appello: “La criminalità organizzata sfrutta le emergenze. Bisogna essere antenne sul territorio”. Duro però l’affondo sui beni confiscati da parte di Martino: ” Noto che c’è stato un atteggiamento tiepido e distante”.