Salerno – “Caro Sindaco di Salerno le scrivo questa lettera perché so che lei, come me, ama questa magnifica città con tutto il cuore. Mi rivolgo a lei in qualità di donna, madre e lavoratrice che ha scelto (e sa bene quanto abbiamo lottato noi ex poliziotti provinciali affinché anche Salerno partecipasse alla procedura di mobilità governativa) questa città come sede lavorativa, che a Salerno è nata e vissuta tutta la sua felice infanzia, che qui ha studiato, qui é ritornata a concludere i suoi studi universitari dopo un importante periodo di studi liceali condotti a New York, qui ha conosciuto e sposato l’uomo della sua vita e qui ha fatto nascere i suoi piccolini”.
E’ l’inizio di Stefania Greco (foto), la vigilessa trasportata in ospedale nell’ambito delle concitate fasi di arresto di tre egiziani sul lungomare. “Con lei – continua – vorrei condividere i felici ricordi della mia infanzia vissuta tra via lungomare Colombo, casa dei nonni paterni, dove credo di aver largamente contribuito con i miei genitori al reddito degli anni 80′ del gestore delle giostrine delle macchinette a scontro (dette indozz indozz!) all’epoca ancora funzionanti e via S. Baratta, casa dei nonni materni dove mi trovavo quando ad appena 5 anni vissi l’esperienza del mio primo terremoto. Ricordo che giocavo con i cuginetti e gli zii con un flipper di un bar di via Irno quando all’improvviso andò via la luce… buio… urla… clacson… e notti passate a dormire in macchina con l’allegria e la spensieratezza che solo una bambina può avere in un momento così tragico.
Ricordo anche con grande affetto le lezioni di pattinaggio due volte la settimana che venivano impartite a me e mia sorella Gabriella nel Pattinodromo di via lungomare Colombo ma non con i rollerblade super moderni di oggi… i miei pattini avevano gli allacci in plastica… la pianta in acciaio… 4 grosse rotelle alla base e un fastidioso e grosso freno al centro! Nonostante la poca praticità dei pattini io e mia sorella diventammo presto delle schegge e il mio papà ci accompagnava ogni sabato e domenica pomeriggio in piazza della Concordia e sui viali dove noi piccole teppiste ci esibivamo in arrangiate piroette e azzardati carpiati! Sui viali sempre ho imparato ad andare in bicicletta senza rotelle e le cicatrici sul gomito e caviglia sinistra sono la prova! Le mie uscite pomeridiane con i miei genitori le ho trascorse facendo tappe fisse: via mercanti…corso…pizzetta dietro il portico prima del tribunale… e passeggiata sgomitando tra la folla di salernitani sulla lungomare dove papà puntualmente si fermava per partecipare a acquisti improvvisati di mercanti itineranti che vendevano elettrodomestici ultimo grido – prezzi stracciati- ultimi pezzi – affrettatevi… però poi non so come e perché a casa nel pacco trovavamo sempre un mattone! Le scrivo, Sindaco, come se fossi ancora quella bimba di 8 anni. Sindaco, alla luce dell’ennesima aggressione perpetrata ieri pomeriggio (ore 18!) a danno sempre di noi vigili urbani da parte dei soliti extracomunitari ormai padroni indisturbati della mia, nostra amata città, le chiedo: cosa intende fare ora per ripristinare l’ordine e la sicurezza a Salerno? Sindaco, questa non è più la mia, la nostra Salerno! Sindaco faccia in modo che noi salernitani possiamo ritornare a passeggiare sui magnifici viali del lungomare senza rischiare come successo a me di ricevere una bottigliata sulle gambe!”.
Firmato
Una bambina di 8 anni di Salerno