Valva (Sa). “La morte del clochard di Salerno è un grido di dolore che scuote le coscienze di tutti e ci obbliga a non restare indifferenti ma ad agire in fretta”. È l’invito alle Istituzioni e alla società civile, a non restare indifferenti e a mettere in campo un concreto percorso istituzionale di solidarietà per – “rendere più umano il tempo che viviamo”, quello che arriva dall’ex assessore provinciale ai trasporti e consigliere comunale di Valva, l’avvocato Michele Cuozzo, impegnato da anni nell’assistenza di volontariato ai senzatetto tra Campania e Lazio con la Comunità di Sant’Egidio.
Un monito a “restare umani” quello di Cuozzo, che arriva all’indomani della morte per il freddo, di un giovane clochard di 40 anni, originario del Gambia e trovato riverso a terra, privo di vita qualche giorno fa, davanti all’androne del portone di un palazzo di Salerno dove aveva tentato di trovare rifugio per ripararsi dalle temperature gelide della notte.
“Il freddo di queste ore – spiega Cuozzo- un facile alleato dell’indifferenza, continua a mietere vittime tra i senza fissa dimora. Un triste destino dell’umana solitudine” -chiosa l’avvocato, riferendosi alla storia del giovane senzatetto che all’età di 7 anni venne venduto dal padre ai trafficanti di esseri umani per finire nella tratta della prostituzione, fino alla fuga dal Gambia alla volta dell’Italia dove era giunto a Salerno a 16 anni, finendo prima in orfanotrofio, poi in comunità ed infine, sulla strada dove è morto in balia del freddo.
“Questa morte non sia vana – spiega l’avvocato – è un grido di dolore che si alza forte dal cuore di chi non ha voce per scuotere le coscienze di quanti credono nel destino dell’umanità. Il 40enne, morto per strada, porta con sé un pezzo della nostra cultura che tanto ha contribuito ad esaltare la convivenza civile. Noi non possiamo rimanere inermi-sottolinea l’ex assessore provinciale- ma è necessario aprire la strada alla solidarietà che segna il percorso verso un moderno umanesimo perché noi, ancora ancor prima delle Istituzioni-aggiunge Cuozzo- siamo chiamati a rendere più umano il tempo che viviamo, rendendo attuale il messaggio del Santo Padre, Francesco: nessuno si salva da solo”.