Padula (Sa) – Esprimono dissenso e indignazione il Comune di Padula e l’associazione internazionale “Joe Petrosino” per quanto sta accadendo in queste ore nelle carceri italiane dove a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus, per motivi di salute, decine di boss mafiosi, detenuti al regime del 41 bis, stanno ottenendo la scarcerazione con detenzione domiciliare.
Scarcerazioni che stanno provocando l’indignazione dei magistrati antimafia come il Sostituto Procuratore Generale di Napoli, Catello Maresca, vicino alla città di Padula che lo scorso anno gli ha assegnato il premio internazionale antimafia “Joe Petrosino”.
“Siamo al fianco di Maresca e di tutti i magistrati che ogni giorno mettono a rischio la propria vita nella lotta alla mafia- spiega Vincenzo Lamanna, presidente dell’associazione internazionale Joe Petrosino. -Le scarcerazioni-spiega- possono essere interpretate come un segnale di debolezza da parte dello Stato e il messaggio che sta passando è davvero devastante”. Ed è proprio la città di Padula, nel salernitano, terra di origine del poliziotto italoamericano, impegnato nella lotta alla mafia internazionale, Joe Petrosino, che da anni porta avanti importanti iniziative di lotta alla criminalità organizzata oltre ad ospitare la casa di Petrosino, divenuta oggi, un vero e proprio museo della legalità e della lotta alle mafie.
“La presenza della casa museo Joe Petrosino – spiega il sindaco del comune di Padula Paolo Imparato – ci porta ad una riflessione continua su temi di grande importanza e tra questi, le scarcerazioni di boss mafiosi. È fondamentale-conclude il primo cittadino valdianese, sottolineando l’importanza del ricordo quotidiano di chi ha perso la vita nella lotta alla mafia- mantenere viva la memoria delle vittime di mafia e la città di Padula lo fa continuamente grazie alle azioni portate avanti nella casa museo”.