Santomenna (Sa) – “Una strage di alberi secolari”, l’ha definita così la potatura con il sistema della capitozzatura degli alberi siti in pieno centro cittadino, a Santomenna, nell’Alto Sele, il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.
Una vicenda nata a seguito del servizio di potatura degli alberi siti in paese, su incarico del Comune, effettuato nei giorni scorsi, dagli operai idraulico forestali della Comunità Montana Sele-Tanagro. A far discutere infatti, è la modalità con la quale sono stati tagliati rami e foglie degli alberi ed in particolare di un leccio storico, tanto da suscitare l’indignazione di cittadini, ambientalisti del locale comitato “Salviamo gli alberi di Santomenna” e del consigliere regionale Borrelli che l’ha definita una “condanna a morte” tanto da chiedere, in una missiva indirizzata a Palazzo di città, spiegazioni circa le operazioni di potatura.
“La capitozzatura – ha spiegato Borrelli – è regolata dalla n° 90 del 4 aprile 2020 che, alla lettera E, punto 11, recita che, chi effettua le operazioni di gestione del verde pubblico deve evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi”.
Missiva a cui il sindaco di Santomenna, Gerardo Venutolo, ha risposto chiedendo di essere convocato in audizione presso la commissione ambiente della Regione Campania alla presenza tra gli altri, del vicepresidente regionale nonché assessore regionale all’ambiente, Fulvio Bonavitacola.
“Non voglio che il mio comune sia l’ultimo dell’Alto Sele – chiosa Venutolo che sottolinea come – ho sempre lavorato affinché l’uomo presidi la montagna ed il verde. La potatura dell’albero in piazza-spiega-si è resa necessaria per una questione legata alla pubblica e privata sicurezza e incolumità dei cittadini. Tra l’altro, l’amministrazione comunale ha provveduto a mettere in sicurezza la zona per realizzare un sogno: creare un parco giochi per i bambini le cui giostre saranno collocate nei prossimi giorni. Sono dispiaciuto per gli attacchi di questo ore sulla questione, ma potare l’albero era necessario – continua Venutolo – non mi si può accusare di essere un nemico del verde pubblico-attacca il sindaco, sottolineando come-nel 2000 da sindaco, piantumai grazie al lavoro degli operai della Comunità Montana, ben 200 piante di olivo che acquistai con i miei fondi, collocandole nelle località Santa Lucia, Calangone e Seminario, su suolo demaniale, affinché l’intera cittadina potesse beneficiare dei frutti di quella piantagione. Oggi – chiosa Venutolo – i frutti di quelle piante sono di tutta la comunità”.
E sulla questione inerente la potatura degli alberi, Venutolo taglia corto e annuncia: “Non voglio aprire polemiche dannose per la comunità, ho già scritto al consigliere Borrelli e chiarirò ogni mia scelta nelle sedi istituzionali opportune”.