Salerno – Inizia raccontando lo shock per la foto straziante del New York Times del 7 novembre 2017: una borsa nera sospesa a mezz’aria contro il cielo dell’alba mentre una gru la calava da una nave di soccorso spagnola e una fila di carri funebri d’argento attendeva con bare vuote sul molo di seguito, il reportage della giornalista americana Abigail Hatworth che nel numero di agosto della rivista internazionale Marie Claire ha dedicato un ampio reportage alla vicenda delle 26 giovani donne nigeriane trovate morte nel Mar Mediterraneo e sbarcare il 5 novembre 2017 al Porto di Salerno. Le 26 donne, per lo più adolescenti, erano annegate quando si rovesciò il gommone gonfiabile sovraccarico su cui viaggiavano dall’Africa all’Europa. La giornalista lo scorso gennaio è venuta a Salerno per ricostruire la vicenda, ascoltare il ricordo dei sopravvissuti e le autorità che hanno indagato sull’incidente per determinare chi fosse il criminale responsabile. Tra i racconti riportati c’è quello di Osazuwa Osaro, il fratello di Osato Osaro, che aveva sempre desiderato fare l’infermiera. “Era il suo sogno“, ha raccontato il fratello minore sopravvissuto al naufragio del gommone e che ora vive in un centro rifugiati fuori Salerno. Il reportage racconta anche dello spettacolo di teatro civile realizzato a marzo del 2018 dall’Ordine dei giornalisti della Campania per non dimenticare la tragedia e per farne il simbolo delle lotte per i diritti delle donne. Il prossimo 5 novembre 14 scuole salernitane ospiteranno una tappa di questo racconto. Ed il reportage di Marie Claire conferma che quelle morti non hanno lasciato indifferenza e che anche se morte, la voce delle 26 donne nigeriane chiede giustizia e rispetto.
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