Violenta colluttazione nella casa circondariale di Fuorni, a Salerno, tra due detenuti. A sferrare vari cazzotti sul volto di Emanuele Sessa, costretto a fare ricorso alle cure dei medici del Ruggi, è stato Gaetano Gliemi. Quest’ultimo era stato associato alla casa circondariale salernitana appena 24 ore prima. Alla base della scazzottata vi sarebbe un regolamento di conti. Secondo alcune indiscrezioni pare che Gliemi abbia voluto punire Sessa per aver parlato troppo: per averlo tirato in ballo in certe situazioni. E’ ipotizzabile che il regolamento di conti abbia a che fare con l’arresto.
“Se non fosse stato per il tempestivo interno dei poliziotti penitenziari le conseguenze della rissa sarebbero state peggiori”, spiega il segretario nazionale Sappe della Campania Emilio Fattorello. “I baschi azzurri della polizia penitenziaria di Salerno sono stati bravi a evitare gravi conseguenze”, aggiunge il rappresentante sindacale. Secondo Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe: “La rissa nel carcere di Salerno conferma che tenere i detenuti a non far nulla, anche nei momenti previsti di socialità, può essere grave e pericoloso. Ma deve fare seriamente riflettere anche sulle pericolose condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari, che ogni giorno rischiano la propria vita nelle incendiarie celle delle carceri italiane. Le carceri sarebbero più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando e potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Le idee e i progetti dell’amministrazione penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati”.