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Rissa a Giffoni Sei Casali, provvedimento per undici minori: i dettagli

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Giffoni Sei Casali (Sa) – Questo delle risse è un fenomeno che sta diventando sempre più inquietante e pericolo: lo dice con chiarezza Patrizia Imperato, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, illustrando i dettagli dell’operazione che nella mattinata odierna, ha visto i Carabinieri della Compagnia di Battipaglia eseguire 11 ordinanze di custodia cautelare di cui 9 di collocamento in comunità e 2 di permanenza in casa, nei confronti di altrettanti minorenni, la maggioranza dei quali residenti nella zona dei comuni Picentini, ritenuti dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni tutti gravemente indiziati dei delitti di rissa aggravata ed alcuni di lesioni gravi ai danni di uno dei corrissanti. 

In particolare, dalle indagini è emerso che la sera del 22 aprile a Giffoni Sei Casali, circa 17 giovani, la maggioranza dei quali minorenni, in modo preordinato e premeditato si davano appuntamento al fine di scatenare con efferata violenza uno  scontro fisico aggravato anche dall’uso di armi tra cui bastoni, roncole ed altro. In particolare con un bastone è stato colpito con violenza uno dei ragazzi che ha riportato danni al cervello.

La maggior parte dei ragazzi coinvolti nell’evento aveva provato a fuggire, ma alle indagini dell’Arma si è giunti all’ identificazione dei componenti dei due gruppi contrapposti che hanno, con tali condotte, turbato gravemente la serenità del piccolo centro di Giffoni Sei Casali.

La vicenda si inquadra nel più vasto e complesso fenomeno della sempre più violenza che caratterizzano l’interazione tra gruppi di giovanissimi.  Molto spesso, come verificato in più circostanze negli ultimi mesi, il pretesto per dare sfogo ad odio e violenza spunto da futili motivi molto spesso legati, come in questo caso, a presunte rivalità amorose mentre in realtà è emerso, dalle indagini svolte, che  tali fenomeni di violenza si scatenano seguendo logiche di predominio su un territorio di un gruppo sull’altro. La dottoressa Imperato ha usato la metafora di lattine di Coca Cola agitate per giustificare l’esplosione di questi fenomeni tra i ragazzi, dopo il lockdown, che non hanno provenienza sociale di particolare disagio. “Lo Stato c’è – ha detto il comandante dell’Arma, Gianluca Trombetti chiediamo la collaborazione di tutti, in modo particolare delle famiglie dei minori coinvolti, perché dobbiamo dare preminenza alla prevenzione”.

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