Salerno – L’Associazione Imprese di Salerno e Provincia (AISP) denuncia: “Un weekend da dimenticare per tutti i commercianti, non male… ma malissimo. Costi di utenze e materie prime raddoppiati, fitti di locazione assurdi, il governo che non aiuta le PMI a ripartire, siamo esausti”.
Dalla sede di Salerno della Confcommercio Campania, il presidente Giuseppe Gagliano, che è albergatore, rincara: “Quando fu confermata l’accensione delle Luci, eravamo tutti fiduciosi. Poi il contesto sanitario si è clamorosamente capovolto pregiudicando le performance degli operatori economici salernitani”.
- Quindi il primo bilancio è negativo?
“In città si è lavorato sugli standard auspicati per un paio di sabato. In particolare, alla Vigilia, è stato positivo il numero delle presenze in città. Nel rispetto delle ordinanze restrittive, i pubblici esercizi hanno lavorato, seppure in calo rispetto agli standard del passato”.
- Il commercio invece?
“Settore in crisi. Oltre a risentire dell’emergenza sanitaria, subisce l’online. Una concorrenza gigante”.
- Il settore ricettivo?
“Dal 20 dicembre abbiamo registrato continue cancellazioni delle già poche camere prenotate per il periodo di Natale. Siamo, assolutamente, in un periodo-no”.
- Che Capodanno sarà?
“Le stime iniziali erano di un 35/45% di prenotazioni in più rispetto a Natale. In queste ore stiamo invece registrando continue cancellazioni. Il trend ci indica l’annullamento, praticamente, di tutte le prenotazioni. Come dar torto ai clienti preoccupati da quanto, relativamente ai contagi, si sente e si vede in tv? Il sentimento prevalente, oggi, è lo spavento. Chi oggi ha la disponibilità di cento euro preferisce accumulare in previsioni dei mesi difficili che si prospettano”.
- Aumento dei contagi e restrizioni. Un mix difficile da sopportare per determinate categorie di operatori economici…
“I provvedimenti ci sembrano sommari e tutt’altro che efficaci. Le restrizioni continuano a penalizzare i pubblici esercizi proprio mentre i maggiori rischi si concentrano in settori, invece. non toccati. Penso agli ammassi da ‘terzo mondo’ presso gli hub vaccinali del salernitano; penso al comparto dei trasporti pubblici ma anche agli stadi: la tegola della capienza del 75% sul totale è solo una limitazione alle società impossibilitate a vendere il 100% dei biglietti. Le tribune dell’Arechi spiegano molto chiaramente che gli spettatori si accalcano al centro lasciando vuoti gli spalti più laterali”.
- Qual è la sua analisi?
“Guardi, mentre la politica ‘studia’ gli imprenditori, i commercianti, gli albergatori investono soldi propri, spesso si tratta dei risparmi di una vita”.
- Come sarà possibile continuare?
“Bella domanda. Mi lasciano molto pensare alcuni episodi. Inizio a raccogliere le confidenze di alcuni miei colleghi albergatori che hanno strutture aperte tutto l’anno. Stanno prendendo in seria considerazione l’ipotesi di stagionalizzare le proprie attività, concentrandosi sulla stabilità lavorativa della stagione estiva. Se ciò dovesse essere ci sarebbe una inevitabile ricaduta negativa sia sui livelli occupazionali che sulla qualità dell’offerta turistica di Salerno. Sarebbe un mesto ritorno al passato per questa città. C’è grande preoccupazione anche perché si prevedono ancora mesi di magra”.
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