Il 20esimo sbarco fa emergere le prime emergenze organizzative. “A Salerno il Comune inizia ad avere delle difficoltà nell’accoglienza dei minori”, ammette il Prefetto che però tiene a rimarcare “la specificità del tipo di accoglienza del capoluogo rispetto alle altre città della provincia”. Qualche minuto dopo è il sindaco Napoli a confermare: “Comincia ad esserci un problema di tenuta delle strutture: la quantità di minori non accompagnati comincia ad essere difficilmente gestibile. Faremo il punto con l’assessore Savastano dei Servizi Sociali, al Questore ed al Prefetto”.
Alle sue spalle sbarcano donne e bambini dalla nave militare spagnola Rio Segura che sventola, fiera, la sua bandiera nazionale. Oltre ai minori (256) bisognerà trovare sistemazione agli altri 960 migranti giunti in condizioni mediamente buone. A parte i tre africani con la scabbia, le 11 donne incinte e la decina di feriti (uno con le gambe fratturate), pochi altri dovranno ricorrere al ricovero ospedaliero. I numeri degli sbarchi a Salerno sono impressionati: ben oltre cinquemila migranti arrivati dall’inizio del 2017 – per una media che sfiora i mille al mese – ed oltre 3.500 migranti accolti tra capoluogo e provincia che portano a superare abbondantemente il limite stabilito dallo Spar. In forza dell’accordo di dicembre 2016 tra Governo e ANCI (2.5 migranti ogni 1.000 abitanti) in provincia di Salerno avrebbero dovuto trovare ospitalità non più di 2.750 persone. Già ce ne sono circa mille in più.
Antonio Abate, responsabile comunicazioni della Croce Rossa Campania, smonta facili ottimismi: “Abbiamo ultimato le procedure di identificazione e smistamento dei migranti giunti il 19 giugno solo due giorni fa. Porre l’accoglienza della città di Salerno al pari di quella del CARA di Mineo è profondamente sbagliato…”. Ma chi ha diritto a rientrare nella quota? Sempre secondo l’accordo nazionale, i profughi di guerra ed i richiedenti asilo. Per tutti gli altri (i migranti economici) teoricamente, si sarebbero dovute attivare le procedure di rimpatrio. Utopia.
Intanto il porto soffre. Il comandante della Capitaneria, Angora, dice: “Per far coesistere tutte le attività abbiamo la necessità della efficienza e delle rapidità. Su questa banchina tra qualche ora dovrà attraccare una nave da crociera e sulle altre c’è continua movimentazione di merce da parte degli operatori privati”. Ma proprio l’efficienza operativa e l’efficacia organizzativa sono i parametri che il Governo prende in considerazione nella scelta dei porti di destinazione delle navi con migranti. “Paradossalmente più siamo bravi, più diventiamo riferimento…” dice sottovoce il comandante. Più in là il prefetto, a modo suo, rafforza il concetto: “Se il Governo ci dovesse chiedere di organizzare uno sbarco al giorno per un mese, organizzeremo uno sbarco al giorno per un mese…”. Il responsabile della Croce Rossa lo guarda e allarga le braccia…
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