Home Salerno Cronaca Salerno “Droga in carcere, sequestri e brutali pestaggi per chi si rifiutava” (VIDEO)

“Droga in carcere, sequestri e brutali pestaggi per chi si rifiutava” (VIDEO)

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Salerno – Emerge uno scenario inquietante dalla indagine della Polizia e del Corpo della Polizia Penitenziaria che ha portato all’arresto di 47 persone. Pestaggi, collusioni, saldature tra clan e la creazione di una ‘piazza di spaccio’ in carcere.

Il procuratore aggiunto Luca Masini spiega: “L’indagine nasce nel 2018 a seguito di alcune aggressioni nel carcere. Dal racconto di detenuti poi trasferiti per motivi di sicurezza, abbiamo scoperto che il movente di sequestri e pestaggi stava nel rifiuto opposto alle ‘organizzazioni’ alla richiesta di custodia di sostanze stupefacenti e telefoni cellulari. Da allora abbiamo riunito quindici procedimenti penali, tutti convergenti, in una unica indagine creando una squadra investigativa comune. Fuori dal carcere indagava la Squadra Mobile, dentro il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria”.

Oltre a quella di Salerno diretta da Marcello Castello, coinvolte le Squadre Mobili di Firenze, Napoli, Cosenza e Roma. Il bilancio è notevole: “Recuperati oltre 50 chilogrammi di sostanza stupefacente e una quarantina di cellulari miniaturizzati”. I particolari: “Due detenuti in carcere furono sequestrati, legati e brutalmente pestati da chi oggi è stato assicurato alla giustizia. Ad essi venne imputata la responsabilità di aver ‘perduto’ un carico di sostanza stupefacente, in realtà sequestrato nel momento in cui stava per essere introdotto in carcere”. Evidentemente si trattò di un danno economico notevole: “E’ semplice immaginare che il prezzo di mercato dello stupefacente in carcere sia enormemente superiore a quello fuori. In quanto è molto più alto il rischio nella introduzione delle sostanze nell’istituto penitenziario”.  

Il riferimento all’agente di polizia penitenziaria arrestato: “La rinnovata legislazione prevede pene dure, con aggravante da 2 a 5 anni, per chi commette reati di introduzione di cellulari in carcere rivestendo la carica di pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio o svolgente la professione forense”.  

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