Morte di un 18enne per overdose, in 14 a processo

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Salerno – Vendette la dose mortale a Pio Vigorito di Giffoni Valle Piana, rinvio a giudizio per Antonio Memoli e altre 13 persone finite in manette lo scorso 11 aprile con l’accusa di spaccio di stupefacenti tra la zona orientale di Salerno ed i Comuni dei picentini. Era il 24 gennaio del 2016 quando, in via Valentino Fortunato, Pio Vigorito fu trovato senza vita. Tutti e 14, ieri sono comparsi dinanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno Vincenzo Pellegrino a seguito della richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero. Nel corso dell’udienza in sette hanno chiesto di essere processati con il rito l’abbreviato, che sarà discusso il prossimo 7 febbraio, si tratta di Antonio Memoli, Luana Giordano, Francesco De Maio, Costantino De Maio, Gerardo Figliuzzi, Luigi Mainolfi e Daniele Pagnozzi.  
 
Ha invece chiesto di poter patteggiare la pena Antonio Melchiorre. Emanuele Barbone (ieri ha solo paventato l’ipotesi di un abbreviato), Antonio De Lucci, Annamaria Dinu, Ernesto Verace e Benito Falivene compariranno invece, il prossimo 13 dicembre dinanzi ai giudici del tribunale di Salerno per il processo ordinario. Gli arresti arrivarono a conclusione di un’attività investigativa che aveva preso il via dal decesso per overdose del 18enne di Giffoni Valle Piana, Pio Vigorito. Questi fu trovato trovato privo di vita nella sua abitazione. Le indagini permisero in primis  di individuare le persone con le quali il giovane assumeva quotidianamente sostanze stupefacenti. Successivamente furono identificati anche i fornitori. Secondo la pubblica accusa Antonio Memoli, già noto alle forze dell’ordine per vari reati, e in passato già arrestato, nella maggior parte dei casi si occupava della cessione della droga. Secondo le indagini Antonio Memoli avrebbe continuato a spacciare anche mentre era ristretto al regime degli arresti domiciliari. Lo stupefacente in più occasioni è stato anche sequestrato dalle forze dell’ordine. Per ogni dose di eroina gli assuntori versavano circa 50 euro. L’attività di spaccio avveniva a Mercatello, nei pressi del lido Miramare, nella traversa che conduce all’abitazione di Memoli. In una occasione Memoli, così come riferito dagli stessi assuntori, avrebbe invitato l’acquirente a raggiungerlo presso la propria abitazione in quanto era impossibilitato a scendere in strada poiché sottoposto al regime dei domiciliari. Spesso agli acquirenti, dopo aver ceduto lo stupefacente, comunicava anche nuovi numeri di cellulari al fine di evitare ipotetiche intercettazioni. Ad Antonio Memoli è stato anche contestato di aver ceduto, attraverso l’intermediazione di Francescco De Maio, la cocaina a Pio Vigorito. Questi è spirato poco dopo l’assunzione per overdose. A dare l’allarme furono i genitori. In quel periodo Vigorito frequentava i gemelli De Maio. 
 
Secondo il quadro accusatorio i gemelli De Maio avrebbero anche aiutato Memoli ad eludere i controlli attraverso la sostituzione continua delle schede telefoniche.  Memoli, infatti era solito cambiare numero di cellulare almeno una volta al mese. Oltre alla sostituzione delle schede telefoniche i De Maio avrebbero spesso intestata a loro nome le sim che poi utilizzava Memoli. Inoltre, i due ragazzi di Giffoni Valle Piana in alcune occasioni avrebbero anche accompagnato Memoli nel napoletano per l’acquisto della sostanza stupefacente. In una intercettazione telefonica Francesco De Maio ha anche contattato Emanuele Barbone per acquistare una dose di sostanza stupefacente di cui aveva bisogno. 
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