Colliano (Sa) – Si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia avvenuto questa mattina, davanti al Giudice per le indagini preliminari, l’imprenditore di Colliano, Biagio Scaglione, arrestato nell’ambito inchiesta della Procura di Salerno denominata “Colorado” e ritenuto, dal Gip, Giovanna Pacifico, a capo di un’associazione per delinquere con interessi che andavano dalle estorsioni allo spaccio di sostanze stupefacenti, ai furti nelle abitazioni e di cani di razza, fino alla vendita di banconote false.
Attività criminali che Scaglione avrebbe, secondo il giudice che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, condotto insieme alla compagna Mirela Simion, per ottenere l’egemonia sugli affari economici che gravitano intorno alle attività commerciali legate alla presenza di locali notturni e bar siti tra contrada Macchia, Ponte Oliveto Citra e località Bagni di Contursi Terme, frequentati quotidianamente da centinaia di turisti che soggiornano presso le vicine strutture termali e giovani provenienti da tutta la Valle del Sele e dall’Irpinia.
57 anni, titolare del ristorante “Roma” sito ad Oliveto Citra, Scaglione che si trova ora in carcere a Fuorni, è stato arrestato insieme ad altre 10 persone, mercoledì mattina dai carabinieri della compagnia di Eboli agli ordini del capitano Emanuele Tanzilli, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno, con l’accusa di associazione a delinquere con lo scopo di commettere delitti contro il patrimonio, contro l’industria ed il commercio, contro la fede pubblica ed in materia di detenzione armi, per una serie di attentati esplosivi messi in atto attraverso l’uso di bombe carta, avvenuti nel 2017, ai danni dei bar “Colorado”, “J’adore Cafe” e il night club l’”Eden” siti tra i comuni di Colliano, Oliveto Citra e Contursi Terme.
Attentati che, grazie alla testimonianza coraggiosa delle vittime, hanno portato gli inquirenti ad effettuare mesi di pedinamenti, perquisizioni personali, veicolari ed intercettazioni telefoniche e ambientali con l’installazione di cimici sui veicoli, che hanno indirizzato le indagini sulle tracce del gruppo criminale composto da imprenditori e cittadini della Valle del Sele, alcuni dei quali, trovati in possesso durante la perquisizione domiciliare di mercoledì, di bombe carta, armi da fuoco e munizioni.
A finire in carcere a Fuorni: Scaglione Biagio, Raimo Gerardo, Ursi Gregorio e Mauro Torsiello, quest’ultimo raggiunto anche dal divieto di dimora nel comune di residenza. Arresti domiciliari invece, per Raimo Lorenzo e Simion Mirela. Divieto di dimora nel comune di residenza per Vuocolo Daniele, Falcone Sandro Gerardo, Esposito Gennaro, Caglia Sabato e Gizzi Marco.
Nomi ai quali si aggiungono anche altri personaggi, tutti iscritti nel registro degli indagati tra cui, Mario Alvaro Carbone, Michele Morrone, Sabatino Pagano, Adriano Ferruccio Poppa, Sergio Portanova, Laurino Francesco e Cecere Nicolina. Per tutti e diciotto gli indagati infatti, il Pubblico Ministero della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli aveva chiesto 18 misure cautelari che sono state in parte rigettate dal Gip che mercoledì, ha portato i carabinieri all’arresto di ben 11 dei diciotto indagati.
Inchiesta che questa mattina ha visto l’inizio dello svolgimento degli interrogatori di garanzia per le persone arrestate le cui misure detentive sono state quasi tutte confermate.
All’interrogatorio di garanzia, Biagio Scaglione, difeso dall’avvocato Vincenzo Morriello, dal carcere si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre l’ex compagna del ristoratore, Simion Mirela, che non si è presentata davanti al Gip per l’interrogatorio a causa di problemi familiari, difesa dall’avvocato Pasquale Freda, resta agli arresti domiciliari.
Buone notizie invece, per Mauro Torsiello detto Maurizio, titolare di un noto ristorante sito a Colliano, arrestato e rinchiuso nel carcere di Fuorni dopo essere stato trovato in possesso, durante la perquisizione domiciliare effettuata dai carabinieri mercoledì mattina, di cinque bombe carta fabbricate artigianalmente. Difeso dall’avvocato Michele Cuozzo, Torsiello questa mattina ha ottenuto la scarcerazione. Il Gip infatti, vagliati gli atti della difesa legale e ascoltato Torsiello che nel rispondere alle domande del giudice, ha spiegato la propria estraneità ai fatti, ha accolto parzialmente la richiesta avanzata dal Pm, rigettando la richiesta di custodia cautelare in carcere e disponendone la liberazione. Torsiello è ora tornato a casa ma avrà il divieto di dimora nel comune di residenza.
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