Sevizie e maltrattamenti nella casa di cura di Acerno: Alfonso Sarrubo e Carla Squeglia patteggiano la pena a un anno e 9 mesi ciascuno. I due, difesi da Angelo Mancino e Maria Grazia Cerrone, martedì sono comparsi dinnanzi al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Salerno, Maria Zambrano. Gli altri 16 indagati compariranno il prossimo 25 settembre dinanzi al gup Indinnimeo il quale dovrà decidere sul rinvio a giudizio.
Era l’autunno del 2016 quando i carabinieri hanno posto la parola fine alle sevizie e maltrattamenti ai danni degli ospiti della casa di cura. Razioni di cibo minime, schiaffi, minacce, bestemmie, strattoni. Erano queste, come dimostrano le intercettazioni audio e le riprese video agli atti dell’inchiesta, le condizioni quotidiane di vita per una trentina di anziani e sofferenti psichici ospiti in una casa di cura ad Acerno. Non avevano spesso neanche il permesso di comunicare con i propri parenti e non potevano usufruire liberamente dei servizi igienici. A far scattare l’inchiesta sui gravi maltrattamenti che avvenivano nella sala comune della casa di riposo di Acerno sono stati due ex dipendenti.