Fonderie a Buccino, oltre 50 sindaci per dare vita a un tavolo di monitoraggio della zona industriale

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Buccino – Sono circa cinquanta i sindaci salernitani che prenderanno parte questa sera, al consiglio generale monotematico e convocato in seduta straordinaria presso la Comunità Montana Alto Medio Sele e Tanagro, per dare vita ad un presidio permanente di monitoraggio ambientale civile ed istituzionale, sulla questione delocalizzazione delle fonderie Pisano nella zona industriale di Buccino.
Ente montano che si riunisce, per la seconda volta sulla questione, per ribadire nero su bianco, la propria contrarietà alla delocalizzazione delle fonderie di Via dei Greci nella zona industriale volceiana, ma che questa volta vedrà la partecipazione straordinaria degli amministratori degli Enti montani di Alburni, Terminio-Cervialto, Vallo di Diano, della Riserva naturale regionale Sele-Tanagro e del Parco nazionale Cilento-Alburni-Diano.
Comuni a cui i 16 sindaci della Valle del Sele, impegnati con la comunità Montana ad affiancare il ricorso del Comune di Buccino in Consiglio di Stato sulla variante al Puc con la quale palazzo di città ha trasformato l’area produttiva industriale in distretto agroalimentare per impedire anche la delocalizzazione fonderie a Buccino, chiederanno ai colleghi amministratori di varare un documento unico di protesta contro l’insediamento delle fonderie e di istituire un tavolo permanente ed un comitato civico-istituzionale di monitoraggio e a presidio del territorio del cratere.
Una battaglia, quella dell’area del cratere contro la delocalizzazione delle fonderie, che prosegue nei tavoli Istituzionali e si prepara nelle sedi giudiziarie, dal 2018. Iter giudiziario che prosegue proprio mentre il Consorzio Asi, titolare degli opifici industriali volceiani, ha venduto il lotto 22 della zona industriale alla famiglia Pisano che già da subito potrebbe insediarsi a Buccino.
Possibile insediamento immediato a cui il primo cittadino di Buccino, Nicola Parisi, ha ordinato all’ufficio tecnico comunale il divieto di rilascio di permessi e autorizzazioni urbanistiche ad aziende che non operano nell’area industriale volceiana.
Insomma, un braccio di ferro quello a cui prepara il cratere contro la delocalizzazione delle fonderie, che potrebbe portare sindaci, comitati, agricoltori e cittadini, a scendere in campo e occupare la zona industriale volceiana in segno di protesta.

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