Ergastolo per Pasquale Cammarosano, l’ex direttore dell’ufficio postale di Massa, frazione di Vallo Della Lucania accusato dell’omicidio di un correntista. Lunedì pomeriggio, 22 maggio, i giudici della Corte d’assise e d’appello del tribunale di Salerno hanno confermato la pena che gli era stata inflitta in primo grado.
Cammarosano era accusato di aver ucciso il barbiere Carmine Novelli, correntista presso l’ufficio postale diretto dall’imputato. Un gesto posto in atto al fine di evitare che la vittima potesse rivelare la scoperta di una truffa sui conti correnti. Quel raggiro milionario fu comunque scoperto nel 2009, quando altri correntisti non impiegarono molto tempo per comprendere di quanto i loro depositi si fossero assottigliati: l’anno dopo il dirigente postale fu arrestato con l’accusa di omicidio. Era il 7 marzo del 2001 quando il cadavere di Carmine Novelli fu ritrovato sul ciglio di una strada di Moio della Civitella, rinchiuso in un sacco di quelli usati per le spedizioni postali. Nel corso delle indagini i carabinieri constatarono che dal conto corrente postale della vittima erano spariti circa 142 milioni di lire (73mila euro), un ammanco che otto anni dopo si sarebbe sommato a quelli riscontrati da altre persone correntisti nella stessa filiale e che condusse all’arresto del direttore postale prima con l’accusa di truffa e poi, nel giugno del 2010, con quella di omicidio. A inchiodarlo fu la comparazione delle impronte digitali: quelle rinvenute dai militari del Ris di Roma sui sacchi di plastica che contenevano il cadavere di Novelli risultarono sovrapponibili alle altre rilevate sull’ex dirigente delle poste otto mesi prima, quando era stato arrestato per gli ammanchi sui conti correnti.
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