Eolico selvaggio in area protetta: il Tar “blocca” il progetto di Valva Energia

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Valva (Sa) –  È stato dichiarato improcedibile dal Tar, per la rinuncia della società Valva Energia s.r.l. all’esecuzione dell’esproprio e dell’opera di realizzazione di un impianto eolico in area protetta, e per la scadenza del termine biennale per l’immissione in possesso delle aree, così come aveva chiesto l’Ente Riserva Regionale ai togati, il ricorso giudiziario n. 1518 del 2018 inerente il progetto presentato da una società privata per la costruzione di un impianto eolico da 30 Megawatt in un terreno agricolo situato a meno di 150 di distanza dal fiume Sele, nell’area naturale protetta della Riserva Regionale, ricadente nel comune di Valva.

A stabilirlo, la sentenza numero 911 del 2020, a firma dei giudici Nicola Durante, Paolo Severini e Igor Nobile, della seconda sezione staccata di Salerno del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania.

Sentenza scaturita dal contenzioso davanti ai giudici del Tar promosso dall’Ente Riserve Naturali Foce Sele-Tanagro-Monti Eremita Marzano, difeso dall’avvocato Ennio De Vita, contro la Regione Campania e il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, nei confronti della Soprintendenza archeologica delle belle arti e paesaggio delle provincie di Salerno e Avellino, il Comune di Valva, il Comune di Calabritto, la società Terna s.p.a., non costituiti in giudizio, e la società Valva Energia s.r.l. difesa dall’avvocato Francesco Vergara, per l’annullamento dei decreti emessi dalla Regione Campania di autorizzazione, di valutazione di impatto ambientale e di pareri favorevoli emessi dalla Soprintendenza, in favore della società Valva Energia s.r.l e successivamente alla cessione del ramo d’azienda, alla società Marant s.r.l., all’esproprio, asservimento e occupazione temporanea di aree per la realizzazione di un impianto eolico della potenza di 30 MW per la produzione di energia, da realizzare nel comune di Valva e con opere connesse nel comune di Calabritto, a pochi metri dalle sponde del fiume Sele, in area naturale Sic protetta.

Una querelle giudiziaria nata nel 2018 quando l’Ente Riserve regionale scopre casualmente delle autorizzazioni rilasciate dagli uffici della Regione Campania alla società Valva Energia, per la realizzazione di un progetto che prevedeva la creazione di un parco eolico ricadente in area Sic cioè su sito sottoposto a vincolo ambientale dell’area protetta. Un progetto nato nel lontano 2008 quando la Regione autorizza la società Marant srl, a realizzare il parco eolico, con decreti regionali favorevoli e l’acquisizione dei pareri di compatibilità dai vari Enti, tra i quali però, mancava il parere obbligatorio dell’Ente Riserve.

Qualche anno più tardi, nel 2011, la società Valva Energia srl, ex Marant srl, ottiene l’autorizzazione all’espropriazione dei terreni i cui lavori non sono mai iniziati. Qualche tempo dopo, nel 2016, la società ottiene una prima proroga con scadenza a maggio 2018 per l’inizio dei lavori ma la stessa situazione si presenta nell’estate del 2018, quando la società ottiene, fuori termini di legge, una seconda proroga per gli espropri.

La questione finisce così davanti al Tar dove bisognerà attendere il 3 luglio 2020 quando la società Valva Energia, con una nota chiarisce di non aver proceduto alla materiale presa di possesso dell’area a causa di difficoltà insorte nell’erogazione dei finanziamenti necessari all’acquisizione delle risorse necessarie e che, per effetto, la società desiste dalla volontà di portare ad esecuzione il provvedimento regionale impugnato dall’Ente. Una battaglia giudiziaria contro l’eolico selvaggio quella dell’Ente Riserve durata anni, che aveva tenuto con il fiato sospeso e sul piede di guerra, decine di imprenditori agricoli di aziende biologiche e proprietari terrieri contrari all’impianto, terminata finalmente ieri, con la vittoria ottenuta davanti ai giudici che hanno decretato l’impossibilità di procedere all’installazione dell’impianto con la decadenza dei provvedimenti autorizzativi all’intervento.

Soddisfatto per l’esito della sentenza, il presidente dell’Ente Riserve Naturali e ambientalista, Antonio Briscione: “Vittoria del territorio – chiosa Briscione, che spiega – gli impianti di energie rinnovabili sono una ricchezza da condividere, non da osteggiare, ma la scelta dei luoghi in cui consentire la nascita di questi impianti è determinante. Nel caso di Valva – sottolinea – i problemi erano due: assolutamente infelice la scelta dei luoghi e inaccettabile il tentativo di voler procedere comunque, pur non avendo mai ricevuto dall’Ente Riserve alcun nulla osta, essendo vietata in area protetta la realizzazione di questa tipologia di opere. Oggi però – conclude Antonio Briscionefinalmente vince con forza il territorio”.

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