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Sono coloro i quali stanno tenendo in moto l’economia, consegnando prodotti fondamentali come vaccini ma anche tutto ciò che non può essere venduto per le restrizioni anti Covid. Eppure i lavoratori della logistica e degli spedizionieri e per l’autotrasporto fanno fatica a migliorare le proprie condizioni di lavoro.
Per questo, oggi, con il supporto delle sigle sindacali FILT CGIL -FIT CISL-UIL TRASPORTI, è stato proclamato un giorno di sciopero nazionale. A Salerno la protesta è stata effettuata davanti alla sede della DHL di Fuorni. Come ha spiegato Gianluca Petrone della Cgil lo sciopero è stato determinato dal no alle proposte di rinnovo economico avanzate da un settore che ha sempre garantito l’approvvigionamento di materiali e di beni durante la pandemia, e che tuttora garantisce la gestione, il trasporto e la consegna dei beni primari, in primis quelli sanitari e alimentari.
Definiti essenziali dal MIT, ma con scarso riscontro e riconoscimento dalle parti datoriali che, sin dall’inizio, hanno eluso le richieste e, avanzato proposte inammissibili e inaccettabili di riforme normative quali: il taglio irragionevole e indiscriminato del costo del lavoro, la compressione dei diritti dei lavoratori come la riduzione del pagamento della malattia, il mancato riconoscimento economico delle festività cadenti nei giorni di sabato e domenica, l’eliminazione della clausola sociale in caso di cambio di appalto, una maggiore flessibilità per il personale viaggiante, la regolamentazione del diritto di sciopero, l’utilizzo dello staff leasing con ricorso massivo ai rapporti interinali.
“Così come non ha dato risultati la ricerca di un accordo condiviso sulla parte economica viste le irrisorie, e quasi offensive proposte presentate al tavolo, nonché il defilarsi di alcune categorie datoriali che di fatto impediscono il rinnovo e mettono a serio repentaglio l’unicità contrattuale del settore.
Nel settore merci logistica, in Italia, si avvicendano oltre 15 mila imprese con un fatturato molto elevato ed in continua espansione nell’ambito dell’e-commerce on line e che in Campania, coinvolge oltre 70.000 addetti- si legge in una nota dei sindacati-
Un settore, in fase di profonda trasformazione che può rivestire un ruolo sempre più strategico per il Sud ma, che non può e non deve ripercuotersi sui diritti dei lavoratori”.