Salerno – Ammessi all’esame di maturità anche senza frequentare. A processo insegnanti e gestori dell’istituto parificato ‘Flavio Gioia’ di Maiori. Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno Vincenzo Pellegrino ieri ha rinviato a giudizio 35 persone. Saranno chiamati ad affrontare il processo: Beniamino Santalucia, Rita Pastore, Bartolo Campione, Elvira Aiello, Costantino Amatruda, Salvatore Angrisani, Giuseppe Apicella, Andrea Buccella, Mario Calabrese, Loredana Califano, Daniele Cioffi, Alessia D’Uva, Maddalena Della Mura, Silvana Della Porta, Mario Di Nardo, Isabella Esposito, Massimo Ferrajoli, Luisa Ferrara, Serafina Garofane, Ciro Maria Gatti, Francesca Lettieri, Annalisa Longobardi, Francesco Longobardo, Giulia Lucibello, Nadia Manzo, Mario Marrazzo, Grazia Pannullo, Emilio Rega, Maria Ruggiero, Maria Sarno, Emanuele Senatore, Loredana Senatore, Cesate Sepe e Maria Tortora.
Secondo l’accusa sarebbe stata messa in piedi un’associazione finalizzata al falso. Il meccanismo era semplice: venivano attribuiti i diplomi anche a coloro che non ne avevano diritto. In classe, spesso, di presenze di alunni se ne contavano pochissime. I beneficiari sarebbero state centinaia di ragazzi, iscritti in parte all’indirizzo commerciale e in parte a quello turistico, entrambi attivati nella sede di via Gaetano Capone a Maiori dove la società paganese “Flavio Gioia” ha allestito le classi dell’istituto scolastico parificato. Ad amministrare la srl, e quindi la scuola, è Rita Pastore, originaria di Nocera Inferiore e residente a San Marzano sul Sarno, che aveva affidato al marito Bartolo Campione il ruolo di dirigente scolastico. Sono stati loro, secondo le indagini coordinate nei mesi scorsi dal sostituto procuratore Carmine Olivieri, a organizzare un meccanismo che consentiva di attirare iscritti con la promessa di diplomi facili, senza obbligo di frequenza.
I 32 insegnanti provenienti in gran parte dall’Agro Nocerino Sarnese e dalla Costiera, secondo l’accusa, avrebbero omesso l’annotazione delle assenze, falsificando i registri di classe e in alcuni casi facendo figurare come orario di lezione anche fasce orarie in cui la scuola era in realtà chiusa. Trenta i casi di falso accertati dalla Procura, tutti nell’anno scolastico 2010 2011.
Il primo risale al 20 ottobre 2010: nella scuola entrano appena sei studenti mentre nei documenti figurano 107 presenti su un totale di 181 iscritti. Dal 7 aprile al 26 maggio dell’anno successivo la polizia giudiziaria ha registrato altre ventinove giornate in cui i docenti avrebbero truccato le presenza in maniera “sistematica e continuativa”. Emergono giorni in cui gli alunni risultano tutti in classe mentre in realtà l’aula era vuota. E altri in cui la scuola aveva chiuso i battenti alle 13.30 ma le lezioni figuravano concluse soltanto un’ora dopo. A impartire le direttive erano, secondo gli inquirenti, Rita Pastore e Bartolo Campione che agiva anche in prima persona in qualità di docente. I professori si adeguavano, accumulando con l’insegnamento nella scuola privata i punti necessari a scalare le graduatorie.