Cori contro la Lega, gli indagati contro il processo al diritto di dissenso

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“È stata messa in discussione la libertà di espressione e del diritto di protesta”. Con queste parole l’avvocato Emiliano Torre ha difeso le ragioni dei 12 attivisti che lo scorso 21 ottobre 2019 la Procura della Repubblica di Salerno ha rinviato a giudizio per aver “inscenato manifestazioni di dissenso” contro la ronda organizzata da “Noi con Salvini – Salerno” oltre un anno fa. Il giudice delle indagini preliminari, Piero Indinnimeo, ha respinto infatti la richiesta di archiviazione proposta dai pubblici ministeri, e ne ha ordinato l’imputazione coatta ipotizzando per i 12 la violazione dell’articolo 18 del decreto regio in materia di pubblica sicurezza.

“Noi rigettiamo nuovamente tutte le accuse- hanno spiegato oggi le persone coinvolte nell’indagine in una conferenza stampa – si tratta di una situazione grottesca, in cui mancano tutti gli elementi – organizzazione, sobillazione, messa in pericolo dell’ordine pubblico – per ritenere applicabile il testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza”.
L’episodio citato in giudizio riguarda una manifestazione di dissenso spontanea attuata in contemporanea ad una sfilata dei leghisti che l’11 settembre 2018 sul lungomare cittadino organizzarono la “Passeggiata per la legalità”. Per gli attivisti si trattó di un tentativo di criminalizzare la presenza dei venditori ambulanti, prevalentemente di nazionalità senegalese e bengalese, portata avanti da anni in città. E quindi scesero in piazza per manifestare in difesa delle presenze extracomunitarie.

“La nostra è stata una contestazione assolutamente pacifica, solidale con i nostri fratelli e sorelle della comunità senegalese e bengalese, spontanea come la nostra opposizione a ronde e razzismo”. Non l’hanno pensata così però i rappresentanti della Digos , che hanno definito, invece, come di legge negli atti, un disegno criminoso i cori contro la Lega. “Un’interpretazione così estensiva del T.U.L.P.S. rende quindi difficile capire se in Italia la libertà di espressione sia ancora garantita fino in fondo- ha ricordato ancora l’avvocato Torre- il dissenso non di può processare”.

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