Salerno – “L’agricoltura non può più pagare i ritardi nella gestione dell’emergenza cinghiali. Non bastano indennizzi e spot: in provincia di Salerno e in particolare nelle aree attigue al Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni servono interventi immediati. E chiederemo l’apertura della caccia in queste aree tutto l’anno”.
Ad annunciarlo il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio, che ha incontrato a Sala Consilina imprenditori agricoli e sindaci del Vallo di Diano, per affrontare – nel corso di un incontro promosso da Coldiretti – il grave problema cinghiali. Presenti all’appuntamento il direttore Enzo Tropiano e il presidente del Parco Tommaso Pellegrino. “Dove c’è agricoltura non possono esserci cinghiali – afferma Sangiorgio – i palliativi non servono e non possiamo pensare di risolvere un fenomeno come questo recintando tutti gli ettari in coltivazione a sud di Salerno, soprattutto ora che gli ungulati a causa degli incendi hanno perso il loro habitat. Praticamente i cinghiali si trovano ovunque: nelle piazze, lungo le strade, nelle campagne più vicine ai centri abitati. L’agricoltura non può pagare i ritardi di gestione e risoluzione del fenomeno”.
Coldiretti Salerno chiederà l’apertura della caccia tutto l’anno nelle aree contigue e una percentuale aggiuntiva di premialità nelle misure investimenti del Psr per la prevenzione dei danni da fauna selvatica. Il Parco nel 2016 ha risarcito 700mila euro di danni da cinghiali: “In area parco o dove storicamente c’è presenza di fauna selvatica – aggiunge Sangiorgio – le misure devono prevedere una percentuale aggiuntiva anche per la prevenzione del rischio. In queste aree non si possono finanziare investimenti e non prevedere nello stesso progetto anche interventi di prevenzione del danno. Tramite i nostri uffici di zona supporteremo, in questa fase, gli agricoltori per le domande di danno avviando una class action soprattutto per le aree attigue al Parco dove la competenza dei risarcimenti è passata dalla Provincia alla Regione. Adesso la misura è colma: vanno strutturati interventi definitivi perché l’agricoltura, che sta investendo centinaia di milioni di euro con la programmazione in corso, non più aspettare”.