Il 31 maggio ha iniziato a girare sul web una foto che ritrae un camelide smunto, con poche chiazze di pelo, in una posa innaturale all’interno del recinto del circo attendato in via Ugo Foscolo. Diverse testate giornalistiche hanno riportato il decesso che sarebbe stato constatato dall’ASL veterinaria, nonostante i circensi, intervenuti sui social, dichiarassero che “l’animale stava solo dormendo”. Ma il confronto con un cammello accanto, dal pelo florido ed in una vera posizione di riposo, non lascia molti dubbi: quello riverso a terra, se non deceduto, non sembra certamente un animale in buona salute.
Al di là del singolo episodio, dove c’è un animale recluso c’è sempre sofferenza e sfruttamento: è l’empatia il valore da trasmettere, non una realtà fatta di esseri senzienti ingabbiati per tutta la vita, la cui volontà viene piegata con la forza delle fruste e della fame. Non esiste, per questi animali nei circa centocinquanta circhi italiani, un momento di riposo, di pace. È una prigionia che dura tutta la vita: gli unici momenti di “libertà” sono quelli durante i quali sono costretti, con i metodi violenti tipici di un addestramento forzato, ad eseguire grotteschi esercizi assolutamente contro natura. Il risultato è la noia, la frustrazione e chiari segnali stereotipati.
Animali appartenenti a specie che in natura si spostano lungo percorsi di centinaia di chilometri, nei circhi passano l’intera vita negli squallidi vagoni-gabbia dei camion che li trasportano. Ancora una volta a Pagani – Sant’Egidio del Monte Albino saranno in scena esibizioni di animali ed ancora una volta, poco distanti dai tendoni, attivisti saranno presenti per spiegare le loro ragioni, che poi sono quelle degli animali, per sensibilizzare un pubblico nel migliore dei casi poco informato e, nel peggiore, insensibile alla loro immane sofferenza.
Uniti dallo stesso senso di giustizia per il quale risulta inaccettabile uno spettacolo basato su addestramenti brutali, viaggi estenuanti e prigionia continua, i volontari chiedono ai sindaci del territorio, onde evitare in futuro situazioni come questa, di istituire un tavolo tecnico con le associazioni, al fine di lavorare concretamente e costantemente di concerto con l’amministrazione comunale. La sensibilità animalista è infatti in continua crescita ed anche questi Comuni sono pronti per promuovere una nuova concezione del circo: rivoluzionario, poetico, tra giocolieri, contorsionisti, equilibristi, acrobati e clown. Un mondo onirico fatto di musica, suoni e luci, un circo che metta in luce solo la bravura dei suoi artisti, l’unico in linea con una società che si definisce civile”.
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