Salerno – “In che modo la Regione spende i soldi pubblici per assicurare la repressione del fenomeno dell’abusivismo? In che modo esercita i poteri, in materia, conferiti per legge? Domande avanzate a settembre ed a cui, ad oggi, la Regione non ha fornito risposte”. Il Codacons Campania presenta, quindi “ricorso al Tar di Napoli”. Spiega: “L’abusivismo edilizio è una piaga antica in Campania, come il dissesto idrogeologico, problemi che si affrontano solo dopo una nuova disgrazia nazionale. Il fenomeno è sempre più allarmante: il Rapporto Istat del 2016 sul benessere equo e sostenibile segnala che nel Mezzogiorno l’abusivismo ‘supera ormai largamente il 50% della produzione edilizia legale’, in Campania il valore è del 63,3%.
Una piaga che tocca anche aree protette, quali la Costiera Amalfitana e il Parco nazionale del Cilento, beni peraltro classificati dall’Unesco come paesaggi culturali. Il Codacons da anni combatte la sua battaglia per la tutela del territorio e contro la diffusa illegalità, è per questo che lo scorso settembre l’associazione ha chiesto alla Regione Campania gli atti che dovrebbero rendere chiari i programmi e le azioni svolte dall’ente nella delicata materia. Due le linee guida individuate dall’associazione per comprendere le politiche adottate in materia dell’ente regionale:
1) come sono esercitati i poteri conferiti alla Regione per legge;
2) come sono spesi i soldi pubblici nella repressione del fenomeno illegale.
Il Codacons ha quindi chiesto le copie dei provvedimenti di demolizione adottati dalla Regione nell’esercizio dei poteri sostitutivi riconosciuti in caso di inerzia dei Comuni; i dati contabili sui soldi che la Regione spende per progetti anti-abusivismo. Ossia la banca dati Con.Ab.Ed (acronimo di “CONtrasto ABusivismo EDilizio”) in cui vengono pubblicati i dati di ciascun abuso che i segretari comunali, dal 2010, sono tenuti a trasmettere ogni mese agli uffici regionali e il sofisticato progetto Mistral, sistema di rilevamento satellitare del territorio. La Regione, di fronte alla richiesta di accesso agli atti dell’associazione, ha preferito rimanere in silenzio”.
“Vedremo nelle prossime settimane”, spiega l’Avvocato Pierluigi Morena “se l’inspiegabile silenzio della Regione nasconde omissioni e vedremo soprattutto se tali eventuali omissioni – che sarebbero gravissime e illecite – hanno anche un costo per le casse pubbliche in termini di progetti belli sulla carta ma nei fatti vuoti perché inattuati”.