Whirlpool, arriva lo “sconto” per salvare la fabbrica di Napoli: dal Governo decontribuzione da 17 milioni

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Napoli – Primi spiragli di luce sulla vertenza Whirlpool. Sono cinque le opzioni presentate oggi dall’azienda per lo stabilimento di Napoli nel corso della riunione svoltasi al ministero dello Sviluppo economico alla presenza del ministro Luigi Di Maio e delle parti sociali. «Tutte le opzioni – assicura la Whirlpool Emea in una nota – sono in linea con l’impegno a garantire la continuità produttiva e i livelli occupazionali con le rispettive stime di impatto in termini occupazionali e i necessari investimenti». Le prime tre opzioni presentate richiederebbero investimenti nelle lavatrici di alta gamma, un segmento di mercato in forte affanno da diversi anni, oppure trasferimenti di produzione da altri stabilimenti italiani con potenziali ripercussioni sugli altri stabilimenti e sulla profittabilità dell’Azienda. «A fronte di un impatto economico compreso tra i 30 e i 70 milioni tra investimenti one-off e ongoing – spiegano dalla Whirlpoolqueste soluzioni sarebbero in grado di garantire solo parzialmente i posti di lavoro, dimostrandosi quindi non sostenibili nel medio-lungo termine».
 
«Abbiamo lavorato intensamente per arrivare oggi a discutere tutte le opzioni possibili per dare nuove opportunità al sito di Napoli con l’obiettivo di mantenere i livelli occupazionali e la continuità produttiva- dichiara Luigi La Morgia, vicepresidente Operazioni Industriali della Regione Emea e amministratore delegato per l’Italia – Le analisi condotte fanno emergere chiaramente come ulteriori investimenti dell’azienda nella produzione di lavatrici a Napoli, anche se supportati da significativi incentivi finanziari negli anni, non garantiscono una soluzione sana e sostenibile nel lungo periodo. Crediamo quindi fermamente che solo un nuovo progetto industriale e un nuovo prodotto siano in grado di ridare nuova linfa al sito e di garantire il raggiungimento di un importante traguardo, quello di salvaguardare i posti di lavoro a Napoli»
 
Whirlpool si dice «pronta a presentare il nuovo progetto industriale nel dettaglio e, allo stesso tempo, prende atto della proposta avanzata oggi dal ministro Di Maio durante l’incontro e relativa alla decontribuzione sui contratti di solidarietà e si riserva di valutarla nel dettaglio nei prossimi giorni». «Colgo l’occasione per informare le Camere che poco fa si è concluso un tavolo su Whirlpool al ministero ed è stato deliberato uno strumento normativo per mantenere l’azienda a Napoli, per assicurare i livelli occupazionali», ha affermato nel primo pomeriggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel question time alla Camera. «Con grande senso di responsabilità, in particolare del ministro Di Maio, il governo segue le crisi occupazionali».
 
Il ministro Di Maio ha poi ribadito il concetto annunciando la presentazione di uno «strumento normativo che permetterebbe a Whirlpool di accedere a una decontribuzione per circa 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi, con sgravi fiscali sugli oneri relativi ai contratti di solidarietà». Una proposta, annota ancora Di Maio, «che è stata accolta positivamente sia dall’azienda che dai sindacati».
 
Per Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom, «finalmente è finito il dialogo fra sordi. L’azienda ha cominciato a parlare di continuare a fare le lavatrici a Napoli, puntando sul segmento premium e aprendo a riportare produzioni dall’estero nello stabilimento partenopeo. Il governo, dal canto suo, ha comunicato di aver predisposto un decreto, che sarà in votazione la settimana prossima, attraverso il quale l’azienda risparmierebbe 17 milioni di euro in 15 mesi attraverso la decontribuzione dei contratti di solidarietà». «Per quanto ci riguarda – ha continuato – abbiamo ribadito che la premessa al confronto è il mantenimento da parte dell’azienda degli impegni assunti con l’accordo dello scorso ottobre, sgombrando il campo da tutte le altre opzioni proposte dall’azienda. Ora – ha concluso – è necessario che il confronto entri nel merito, per dare al più presto garanzie alle 430 famiglie dei lavoratori Whirlpool». La partita, insomma, è tutt’altro che chiusa.
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