Esattamente due anni fa, l’11 maggio del 2016, viene approvato, non senza polemiche, il testo della legge sulle unioni civili, detto Cirinnà. Nove giorni dopo il testo diventa operativo con la dicitura: “legge n°76“. Una norma di civiltà volta a regolamentare l’unione civile tra persone dello stesso sesso. Le coppie omosessuali, qualificate come “specifiche formazioni sociali”, possono così usufruire del nuovo istituto giuridico di diritto pubblico facendo riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione relativi ai diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali e all’uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso.
I numeri sulle coppie che hanno scelto di usufruire della nuova norma sono in aumento nell’ultimo anno. Segno che anche nell’opinione pubblica qualcosa sta cambiando. Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno al 31 dicembre 2016 le coppie omosessuali sposate in Italia erano a quota 2433. Esattamente un anno dopo il numero si è quasi triplicato. I dati aggiornati al 31 dicembre 2017, riferiscono che le coppie omosessuali che hanno deciso di unirsi civilmente, hanno raggiunto quota 6073.
Anche in Regione Campania c’è stato un incremento sostanziale delle unioni. Dalle 84 registrate a fine 2016 si è passati alle 261 del 2017.
La provincia campana con più unioni civili risulta chiaramente Napoli con 183 matrimoni, seguita da Salerno a quota 46, Caserta 24, Avellino 6 e fanalino di coda Benevento con appena 2. L’aumento più significativo riguarda Salerno che a fine 2016 contava solo 9 unioni civili.
Anche in questo caso si registra un divario tra Nord e Sud. Le regioni settentrionali presentano un numero più alto di unioni rispetto al Sud con la maglia nera che spetta alla Calabria; solo 24 unioni celebrate alla fine dell’anno passato, con Crotone addirittura a quota zero. Le 5 città italiani con più unioni civili tra coppie dello stesso sesso risultano essere: Roma (845), Milano (799), Torino (378), Firenze (240) e Bologna (219).
Altro dato interessante riguarda le formazione delle coppie. Secondo le rilevazioni tre quarti delle unioni civili sono state celebrate tra uomini.
L’Arcigay parla di bilancio positivo e di passi avanti. “Questa legge ha fatto molto bene al nostro Paese, finalmente sono stati riconosciuti il valore e la dignità delle coppie di uomini e donne che hanno un progetto di vita comune”.
Tanto è stato fatto ma i passi avanti da compiere sono ancora tanti: “Dobbiamo arrivare al matrimonio egualitario perché i numeri incoraggiano a procedere”. Spiragli positivi si intravedono anche nell’azione di alcuni sindaci sulla questione della genitorialità con l’iscrizione anagrafica di bambini come figli di coppie omogenitoriali. Gli esempi più significati da questo punto di vista si sono registrati a Napoli, Torino, Roma e Catania dove si è deciso di procedere senza ascoltare il parere dei magistrati.