Quella che avrebbe dovuto essere una notte di festa si è trasformata in un vero e proprio incubo per centinaia di tifosi della Juventus. Momenti di paura sono stati vissuti a piazza San Carlo, nel cuore di Torino, per il panico che ha scatenato un petardo o al crollo di una ringhiera (non è ancora chiaro agli inquirenti) nel corso della finale di Champions League contro il Real Madrid. Tanti tifosi bianconeri avevano scelto di assistere all’evento attraverso il maxischermo e stavano seguendo con la massima attenzione l’evolversi della sfida di Cardiff. Poco dopo il 3-1 segnato dal Real Madrid, intorno alle ore 22.10, un boato ha gettato nel panico i presenti che si sono diretti in massa verso le vie di fuga della piazza causando una vera e propria ressa.
Oltre millecinquecento persone sono rimaste travolte dalla folla. Tra queste ad avere la peggio è stato un bimbo di 7 anni le cui condizioni sono subito parse critiche ai medici dell’ospedale infantile Regina Margherita, dove è stato ricoverato per un trauma cranico e toracico. Le forze dell’ordine hanno subito allertato i mezzi di soccorso e successivamente presidiato l’area per evitare tentativi di sciacallaggio, nel timore che i tanti oggetti smarriti dalla gente in fuga potessero essere portati via. Nella piazza torinese, accanto al maxischermo, è stato inoltre creato un punto di raccolta per aiutare le persone a ritrovare amici e parenti. I presenti hanno descritto l’onda come uno “tsunami”, ma le cause sono ancora incerte, tanto che il questore di Torino, Angelo Sanna, non si dice certo che il tutto sia stato provocato dal crollo di una transenna: “Potrebbe essere stato un petardo fatto esplodere in modo incosciente a scatenare il panico”, ha dichiarato a margine di una notte che i tifosi bianconeri sognavano ben diversa.
Napoletani feriti – E tra i feriti nella notte buia di Torino figurano anche quattro ragazzi napoletani tifosi della Juventus, tre di Cicciano e uno di Polvica. Pericolo scampato per loro, ma negli occhi resterà a lungo il drammatico ricordo dei fatti di piazza San Carlo: “Era una vera e propria gara a chi fuggiva più in fretta, mancava l’aria e a nulla sono serviti i dettami di chi predicava calma. In certi casi la calma non puoi proprio mantenerla. Si scappava nei vicoli, nei negozi, avevi in mente solo di salvarti”, commenta esausto uno di loro.