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Salerno – “Mi sento in colpa verso mia sorella perché essendo più grande avrei dovuto proteggerla…”. A dirlo al Gip Stefano Berni Canani del Tribunale di Salerno è stato l’adolescente che insieme con la sorellina di tre anni più piccola ha subito molestie sessuali da parte del fratello del padre. Si tratta di un 50enne. Mai avrebbero immaginato che l’orco poteva indossare i vestiti dello zio. In oltre quattro ore di incidente probatorio i due ragazzi che oggi hanno 16 e 13 anni hanno ricostruito tutti gli episodi di violenze e molestie che sono stati costretti a subire. All’esame, effettuato, in presenza di assistenti sociali, della madre dei ragazzi e del perito della Procura, era presente anche l’uomo, originario della Piana del Sele e arrestato nei mesi scorsi a Roma dove vive con la moglie. Assente il papà delle vittime e fratello dell’arrestato. L’uomo ha ascoltato il racconto delle vittime con estrema freddezza e distacco.
La ragazzina è stata un fiume in piena ha raccontato di quando lo zio chiedeva ai nipotini di toccarsi in sua presenza, della chat che l’orco aveva creato con i nipoti e sulla quale inviava loro video porno e proposte sessuali. Richieste mai accolte dai ragazzi. I fatti avrebbero avuto inizio quando i ragazzi avevano 13 e 10 anni. Lei era felice di sapere che lo zio arrivava da Roma. E quando il magistrato gli ha chiesto il motivo, lei ha risposto semplicemente “perchè è mio zio”. L’uomo in più occasioni ha anche portato dei regali ai bimbi. Una volta alla ragazzina avrebbe comprato e donato una minigonna e delle scarpe rosse con il tacco. Un modo per ingraziarsi la piccola che, complice l’età, si è sentita grande. E poi le attenzioni e non solo poste in atto anche a casa della nonna a Battipaglia. I due ragazzi hanno confermato l’intero impianto accusatorio. Al termine dell’incidente probatorio uno dei due fratelli ha chiesto al consulente del Tribunale “E’ giusto quello che ci ha fatto zio…?”
Intanto il Gip Berni Canani ha chiesto alla Procura di Roma la revoca dell’affido di tre minori che l’uomo ha ottenuto. L’indagine è partita dalla denuncia che i genitori dei bimbi hanno presentato ai carabinieri. Alcuni episodi in particolare, verificatisi tra il 2015 e il 2016, li avevano messi in allarme e li avevano spinti a rivelare i loro dubbi alle forze dell’ordine. I militari si sono mossi subito e hanno messo sotto controllo le mosse dell’uomo accertando che i sospetti di quei genitori erano fondati, al punto da convincere il Gip del tribunale di Salerno a emettere a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sul cellulare, quel 50enne conservava decine di file, foto e altro materiale pedopornografico. Tra le immagini scoperte dagli inquirenti c’erano anche quella della nipote. Le avrebbe estorte grazie all’uso distorto che faceva di un’applicazione antifurto per gli smartphone in grado di localizzare, controllare e “spiare” le attività dei cellulari scomparsi, dalle fotografie fino alle conversazioni. Così era riuscito, secondo gli inquirenti, a controllare le mosse della ragazzina e contemporaneamente a ottenere sue immagini intime.