Scuole, il grande dilemma del Governo: riaprire o no per due settimane?

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Predica calma e attenzione, chiude a un Natale sulla neve e invita tutti ad evitare gli spostamenti, soprattutto da e verso l’estero. Sulle scuole, però, Giuseppe Conte appare più cauto. Il pensiero del Premier è un assist per il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, intenzionata a riportare gli studenti sui banchi a breve termine. 

La scuola in presenza va riaperta il prima possibile, bisogna evitare disagi per i nostri giovani che devono poter vivere la ricchezza di un rapporto formativo che si basa sull’interrelazione tra compagni e con i docenti. Non appena riporteremo sotto controllo la curva dei contagi torneremo quanto più possibile con la didattica in presenza. Quella è la pienezza di esperienza formativa che vogliamo offrire ai nostri ragazzi“. Parole pronunciate dal Presidente del Consiglio a Palma di Maiorca, dove è volato per fare visita al premier spagnolo Sanchez.

Prima possibile” vorrebbe però dire il prossimo 9 dicembre. Ipotesi che ha sollevato l’immediato polverone e posto un interrogativo: che senso avrebbe riaprire per due settimane, dovendo poi chiudere nuovamente il 23 dicembre per le vacanze natalizie? 

Il Governo sembra andare in questa direzione, tanto che anche Roberto Speranza, Ministro della Salute, si starebbe convincendo a concedere il proprio ok per il ritorno a scuola degli alunni di seconda e terza media e delle superiori. La linea della Azzolina, oggi in riunione con i sindaci delle città metropolitane, sembra dunque aver fatto breccia nella squadra di Governo, ma non sono mancate le polemiche dopo le richieste del Ministro dell’Istruzione.

Riaprire le scuole il 9 dicembre per richiuderle il 23? Mi sembra una scemenza. Ma è l’emblema del zigzagare di governo. Dire, come leggo, che è meglio che i giovani vadano a scuola piuttosto che nei centri commerciali è un’altra scemenza. Come se i giovani fossero tutti idioti. E poi io non ho mai condiviso la retorica delle scuole sempre aperte. Abbiamo visto com’è finita, ha dichiarato Francesco Giro di Forza Italia, dando fiato al pensiero dell’opposizione.

Ipotesi bocciata anche dal governatore del Veneto, Luca Zaia. “L’apertura delle scuole a dicembre per noi è una leggenda metropolitana che ho sentito in tv. Non sono contro la scuola in presenza, ma la documentazione scientifica ci dice che i cluster più imponenti arrivano dai ragazzi che vanno a scuola: da asintomatici hanno cariche virali molto alte“, ha sentenziato il ‘Doge‘, prendendo di fatto una direzione contraria rispetto a quella indicata dal Movimento 5 Stelle, con la Azzolina in testa, da Italia Viva e dai membri del Cts.

I prossimi giorni si preannunciano caldi sul fronte scuola. Nessuno (si spera) mette in dubbio l’importanza dell’istruzione in presenza, ma dopo tanti sacrifici vale la pena correre dei rischi per sole due settimane? Aprire o rimandare il tutto a gennaio, mettendo a punto un piano strategico anche sul fronte trasporti? Interrogativi ai quali il Governo sarà chiamato a fornire presto risposte perché il tempo stringe e la pandemia corre, nonostante i conforto fornito dagli ultimi dati.

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