Incassato lo stop per il mese di dicembre, Lucia Azzolina si è messa a lavoro per riportare gli alunni in classe a partire dal 7 gennaio. Il Governo si è messo a lavoro e tra le ipotesi vagliate c’è quella di suddividere gli orari di ingresso a scuola dalle ore 8 alle ore 10.
Il problema, però, è rappresentato dalla mutazione inglese del covid. La maggiore trasmissibilità del virus spaventa e potrebbe costringere il ministro dell’istruzione a rivedere i suoi piani.
In tal senso una prima bocciatura è arrivata da Walter Ricciardi. “Con questa circolazione del virus non penso che il 7 gennaio le scuole possano riaprire“, è il pensiero del consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.
Sulla stessa lunghezze d’onda si è ‘sintonizzato‘ Luca Zaia. Il Governatore del Veneto si è detto contrario all’immediato ritorno in classe dopo le festività natalizie, asserendo che una decisione andrà presa tenendo in considerazione i piani epidemiologici.
Una apertura, seppur limitata, la Azzolina l’ha ottenuta dall’Associazione Nazionale Presidi. “Non intendiamo sostituirci alle autorità sanitarie. È del tutto evidente che bisogna partire da quello che sostengono loro e sulla base di questo verranno prese le decisioni più opportune“, ha dichiarato il presidente Antonello Giannelli a Il Sole 24 Ore, “per parlare con cognizione di causa bisogna sentire gli esperti del settore. Abbiamo un po’ di tempo e credo ci sia la possibilità di valutare se effettivamente questa nuova variante del virus può comportare dei rischi rispetto all’apertura”.
Il ritorno a scuola, insomma, non è più certo come si prevedeva e per la Azzolina nuovi problemi arrivano adesso da oltre manica. Un “esame di inglese” imprevisto per il ministro della salute.
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it