Salvini come Gasperini: “Se il virus arriva al Sud facciamoci la croce”

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Forse a breve tirerà fuori anche quel rosario che ha sbandierato in tutta la campagna elettorale. “Se il virus arriva al Sud facciamoci il segno della croce” le parole di Matteo Salvini. Come il tecnico dell’Atalanta Gianpiero Gasperini che si chiedeva “in Lombardia siamo organizzati, ma cosa potrebbe accadere a Roma e a Napoli”, così il leader del Carroccio lancia l’allarme.

Il Coronavirus non è un problema milanese, padovano o torinese. Se questo virus – dice – arriva in forza, e Dio non voglia, in Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata piuttosto che in Molise, dove le strutture non hanno i numeri e non hanno la forza di quelle della Lombardia e del Veneto, c’è da farsi il segno della croce”. Una preoccupazione che hanno espresso anche i Governatori di Campania e Calabria: se aumenta il numero dei contagi, la situazione per la sanità diventa disastrosa.  “Non ci si può affidare solo alla Vergine Maria che guardi questo povero, piccolo grande Paese – aggiunge ancora il Capitano della Lega –. Ci si affida alla protezione della Vergine Maria, all’eroismo dei medici, ma la politica è chiamata a fare la politica con la ‘p’  maiuscola”. ‘Chiudere tutto’ l’enorme scritta che appare sulla dirette social di Salvini da diversi giorni, dopo le misure adottate dal Governo per contenere il contagio del Coronavirus. “Non bastatuona l’ex ministro dell’Interno – è meglio chiudere tutto per 15 giorni, sacrificandosi, per poi ripartire più sani e più forti”.

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