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“E’ una razza aggressiva”, quello che un cinofilo non può sentire: ecco perchè

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I pregiudizi sono ormai un problema comune e molto radicato anche nel mondo della cinofilia, non è insolito sentire commenti o addirittura trovarli in internet: “E’ una razza aggressiva” o “Andrebbero abbattuti“. Peccato che la realtà sia completamente diversa da quello che si vuol vedere; non esiste alcun fondamento scientifico sull’aggressività di una particolare razza, nessun cane nasce buono o cattivo nell’indole, semplicemente lo diventa col tempo e con l’educazione che gli viene impartita. Per fare un esempio, è ormai pensiero comune che la razza dei Pittbull o dei Rottweiler sia pericolosa per l’uomo e per gli altri cani, accade perché spesso si legge di notizie riguardanti ‘attacchi’ da parte di questi cani, il che ha provocato una cattiva fama per queste razze che è ormai difficile da sradicare.

E’ di ieri la notizia sconvolgente accaduta a Mondragone (Ce): due pittbull hanno attaccato una donna di 85 anni, procurandole ferite così profonde da costringere i medici ad amputare il braccio dell’anziana. I cani, di proprietà della nipote della vittima, sono stati affidati al Servizio Veterinario di Caserta e rischiano di essere abbattuti. Immediati i commenti dei lettori che si sono scagliati contro i due animali.

Poche settimane fa, un altro episodio di violenza è accaduto nel Beneventano, dove un Amstaff, lasciato libero dai proprietari per le strade di San Giorgio del Sannio, ha attaccato e ucciso un piccolo barboncino bianco, che stava dormendo ai piedi del padrone. A seguito di questo accaduto, la consigliera comunale Francesca Maio, ha presentato un’interrogazione in cui ha chiesto all’Amministrazione di approvare il “Regolamento per la Tutela ed il Benessere degli Animali per una migliore convivenza”.

Addirittura nel 13 gennaio 2007, proprio in virtù di questi casi di violenza, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la “lista delle razze canine pericolose”, che ha suscitato critiche da tutto il mondo cinofilo come veterinari, educatori, allevatori e animalisti. Ben 17 le razze presenti, alle quali la reputazione è stata rovinata in maniera irrimediabile. Pochi giorni dopo l’ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) ha emesso un comunicato in cui ha sottolineato, assieme alle associazioni veterinarie “l’inconsistenza scientifica di una lista di tipi canini ‘a rischio di aggressività’ rilevando come le radici di una potenziale pericolosità di alcuni soggetti debbano invece ricercarsi nel rapporto tra l’uomo e il cane“. Per fortuna, infatti, questa lista ha avuto vita breve ed è stata abolita nel 2009. Certo, è difficile da credere per chi ha sempre posseduto cani di piccola taglia o per chi, addirittura, non ha mai avuto un cane, dunque non ha potuto rapportarsi con il loro carattere e temperamento. 

Sicuramente la fisicità fa tanto, alcune razze sono caratterizzate dalla taglia e dalla potenza che li rende più pericolosi di altri nel pensiero comune e sicuramente l’aggressività in cani come il pittbull o il rottweiler fa più paura e più danni rispetto a quella di un cane di taglia piccola come un chihuahua; ciò non significa che quest’ultimo non possa attaccare. Ma bisogna tenere bene a mente che tutto dipende dal contesto in cui crescono e dalla capacità dell’uomo nel saperli educare e non farsi sopraffare dal carattere dominante. Dunque se non si è mai posseduto un cane o se si è tanto permissivi con questi animali, il consiglio è di cercare una compagnia adatta alle proprie capacità di controllo. Tutte le razze di cani possono vivere con i bambini o con altri cani e saper trasmettere tutto l’amore che li caratterizza ma bisogna educarli a qualunque età, taglia o temperamento, proprio come si fa con un figlio.

(Foto tratte dalla pagina Facebook “Pittbull”)

 

 

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