Napoli – La “paranza” di giovanissimi rapinatori che da mesi sta seminando il panico nella zona compresa tra via Salvator Rosa e Materdei avrebbe la propria base nel cuore del Cavone di piazza Dante. Sarebbe questa la convinzione maturata dagli investigatori che stanno lavorando al caso e che negli ultimi giorni, soprattutto dopo la protesta dei residenti andata in scena sabato scorso, stanno pattugliando il quartiere senza sosta giorno e notte.
L’ipotesi al vaglio, dunque, è che i giovanissimi banditi che stanno seminando il terrore nella parte bassa della zona collinare della città partano in maniera sistematica dal Cavone, in particolare da via Francesco Saverio Correra. Uno scenario supportato dagli arresti, eseguiti appena domenica scorsa, del 28enne Antonio Ferrante e del 18enne Diego Infante. I due indagati, comunque da ritenere estranei ai fatti almeno fino all’eventuale sentenza di condanna definitiva, erano stati infatti bloccati dalla polizia a piazza Dante e trovati in possesso di sei telefonini di dubbia provenienza, tra cui tre smartphone di ultima generazione risultati rubati poche ore prima nel corso di altrettanti raid messi a segno in via Ierace e via Fiore, al Vomero.
Un modus operandi e un raggio d’azione, compreso tra Salvator Rosa e la parte alta del quartiere, che potrebbe essere stato replicato anche da altre “batterie” di malviventi. Sul punto, gli investigatori dell’Arma dei carabinieri e della polizia di Stato vogliono vederci chiaro e proprio per questo motivo negli ultimi stanno passando al setaccio le strade dell’Avvocata e, in particolare, del Cavone nella speranza di riuscire a scovare ulteriori elementi utili all’identificazione dei responsabili di quest’ultima stagione di terrore. A chiederlo sono soprattutto i residenti e i genitori delle giovanissime vittime, sempre più preoccupati per l’escalation di violenza che sta attanagliando la zona. I primi segnali incoraggianti sembrerebbero essere arrivati, adesso si attende però la svolta definitiva.